Palermo

Interrogato per due ore il comandante della Bayesan, continuano le indagini “Forse un errore umano”

E’ stata aperta, come in ogni sinistro in mare, un’inchiesta amministrativa per accertare il rispetto di tutte le norme di sicurezza previste dalle leggi della navigazione da parte di chi era al comando del Bayesan, la nave naufragata a Porticello.

I militari della Guardia Costiera vaglieranno ogni aspetto relativo al rispetto al codice della navigazione e alle dotazioni di sicurezza dell’imbarcazione. L’inchiesta penale e quella amministrativa vanno in parallelo. La titolarità dell’inchiesta amministrativa è della Direzione marittima di Palermo come articolazione del ministero dei trasporti.

Interrogato per due ore comandante

E’ durato oltre due ore l’interrogatorio di James Catfield, 51 anni, il comandante del Bayesian, il veliero affondato a mezzo miglio  poco prima dell’alba di lunedì scorso mentre imperversava una violenta tromba d’aria. I pm della Procura di Termini Imerese, che ha aperto una inchiesta sul naufragio, lo hanno ascoltato ieri fino a tarda sera per ricostruire le fasi drammatiche dell’inabissamento e per acquisire dettagli tecnici utili alle indagini. Gli interrogatori proseguono anche oggi, i magistrati stanno sentendo tutti i sopravvissuti all’interno del resort Domina-Zagarella.

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L’esperto: “Forse errore umano”

“Lo yatch Bayesian è molto probabilmente affondato per un errore umano, un atteggiamento poco idoneo ad affrontare l’eventuale arrivo di una perturbazione”. È l’analisi di un esperto del settore, un ingegnere della Italian Sea Group, la società proprietaria di Perini Navi, il gruppo viareggino di cantieri che nel 2008 varò il Bayesian, il veliero affondato a mezzo miglio da Porticello (Palermo). Secondo l’esperto, che da anni lavora nel settore e che parla a titolo personale e preferisce rimanere anonimo, sarebbero diversi gli errori che potrebbero essere stati commessi: dalle mancate chiusure dello scafo ai motori spenti, fino alle persone presenti ancora in cabina. “Tra i protocolli di sicurezza basilari – spiega l’ingegnere – c’è quello di avere sempre una persona di guardia che controlla gli avvisi di burrasca, anche con la barca ferma in rada. Inoltre, anche con la tromba d’aria in arrivo, c’era tutto il tempo per salvarsi, sarebbero bastati quindici minuti per attivare tutte le misure di sicurezza”.

Evento più disastroso in mare dal 1970

“Dalle statistiche a disposizione del gruppo di lavoro Pretemp, composto da ricercatori e studiosi che monitorano i temporali forti in Italia dal 2015, questo è potenzialmente l’evento temporalesco che ha causato il maggior numero di vittime dal 1970, escludendo le alluvioni”. Lo afferma Francesco De Martin, studente di dottorato dell’Università di Bologna e co-fondatore di Pretemp. Un evento noto con più alto tasso di morti è quello occorso l’11 settembre 1970 tra Padova e Venezia, quando un tornado causò 36 morti, di cui 21 a causa del rovesciamento di un vaporetto a Venezia.

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“Dalle analisi del materiale pubblico non è chiaro se nel caso del naufragio di Porticello si sia trattato di un tornado, ossia di una colonna d’aria rapidamente rotante associata a un cumulonembo, oppure di un downburst, ossia di forti raffiche di vento lineari associate al temporale”, dice Federico Pavan, studente dell’Università di Venezia che coordina la raccolta dei report di danni dovuti ai temporali in Italia. I dati raccolti da Pretemp sono poi inviati all’European Severe Storm Laboratory, risultando la sorgente ufficiale di dati di danni da temporali per il nostro Paese. Video di sorveglianza, webcam, dati da satellite e testimonianze riportate nei mass media corroborano sia l’ipotesi del downburst che del tornado, senza escluderle. Se da un lato i testimoni parlano del passaggio di una “tromba marina”, i video pervenuti riportano raffiche di vento molto intense e brevi, ma unidirezionali.

“Mentre in Italia il numero di tornado è circa il 13% rispetto al numero totale di danni da vento complessivi, in Sicilia i danni da tornado sono più frequenti, pari al 27% rispetto al totale”, evidenzia Nicola Carlon, cofondatore di Pretemp e meteorologo. Inoltre, sull’isola si osservano molte trombe marine, mediamente 38 all’anno.

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