Si sono tenuti davanti alla seconda sezione del tribunale di Palermo, presieduta da Roberto Murgia, gli interrogatori di cinque dei sei imputati nel processo sullo stupro di gruppo avvenuto a luglio di un anno fa al Foro Italico a Palermo. Angelo Flores (il maggiore del branco che filmò la violenza col telefonino), Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, ed Elio Arnao hanno risposto alle domande del pm e degli avvocati delle parti civili. Solo Samuele La Grassa ha deciso di fare spontanee dichiarazioni nelle prossime udienze.

Gli interrogatori

Gli interrogatori sono durati cinque ore. Quattro ragazzi erano presenti due in collegamento. Un settimo imputato, allora minorenne, è già stato condannato. I cinque hanno ribadito che erano innocenti e che la giovane di 19 anni era consenziente e che lei stessa aveva deciso dopo avere bevuto diversi cicchetti di liquore di fare un giro.

“Nessuno le ha usato violenza”

Era lei che guidava il gruppo e nessuno le ha usato violenza. Quello consumato al Foro Italico è stato un rapporto consensuale. Con qualche sfumatura le dichiarazioni dei cinque sono state queste anche se per gli avvocati delle parti civili i giovani sono entrati in contraddizione in diversi momenti del racconto. La prossima udienza è prevista per il 27 settembre per la requisitoria del pm e gli interventi dell’avvocato Carla Garofalo che difende la vittima e delle parti civili che assistono le associazioni che si sono costituite. Il prossimo 4 e 11 ottobre ci sarà la replica dei legali degli imputati.

Altri abusi subiti

Si tratta solo dell’ultima di una serie di denunce che, negli ultimi due anni, hanno visto la ventenne come protagonista. Da una di queste, infatti, era nato il processo in abbreviato che vede imputato un cugino che avrebbe abusato di lei nel giugno del 2022 nella pizzeria dove lei lavorava. Secondo la testimonianza, G.P. le avrebbe fatto prima sniffare della cocaina e poi l’avrebbe palpeggiata.

L’uomo, invece, ha sempre proposto una versione diversa negando di aver avuto rapporti sessuali con la cugina. Nel suo drammatico resoconto aveva spiegato che era stata la zia a chiedergli di farla lavorare nel suo locale per sottrarla ai giri poco raccomandabili che frequentava. G. P. ha sostenuto che sarebbe stata lei, dopo avere bevuto la birra, a cercare di baciarlo e che lui avrebbe rifiutato le avances, anzi l’avrebbe riaccompagnata a Ballarò, nella casa dove conviveva con il fidanzato dell’epoca. Secondo l’imputato, la ragazza l’avrebbe denunciato proprio per calmare l’ex compagno molto geloso che si sarebbe infuriato perché era rientrata a casa troppo tardi. La Procura ha chiesto 5 anni di carcere per il cinquantenne: la sentenza dovrebbe essere pronunciata il 5 ottobre.