I giudici della prima sezione penale della Corte d’Appello presieduti da Adrina Piras hanno assolto Maurizio Zoppi perché il fatto non sussiste, mentre ha dichiarato la prescrizione per Piero Messina. Sono i due giornalisti che firmarono su l’Espresso la notizia di un’intercettazione in cui il medico di Rosario Crocetta, Matteo Tutino, parlando al telefono con l’allora presidente della Regione, diceva che Lucia Borsellino, assessore regionale alla Salute, andava “fatta fuori” come il padre assassinato dalla mafia.
La motivazione
“Nonostante il reato fosse prescritto per Zoppi, i giudici hanno ritenuto l’assoluta manifesta innocenza per il giornalista – dice l’avvocato Miriam Lo Bello – Siamo molto soddisfatti di questo risultato perché abbiamo sempre sostenuto la totale estraneità dello stesso e quindi della buona fede del medesimo nelle sue funzioni di giornalista”.
La condanna in primo grado
In primo grado Zoppi e Messina erano stati condannati a un anno e quattro mesi di carcere, pena sospesa, per calunnia nei confronti del carabiniere Mansueto Cosentino, indicato come la fonte della notizia. Circostanza sempre smentita dal militare. I due imputati rispondevano anche di pubblicazione di notizie false, reato già allora prescritto. I giudici di appello hanno ribaltato l’appello per Maurizio Zoppi. Prescrizione che è arrivata per Piero Messina difeso dall’avvocato Fabio Bognanni.
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