In questa nuova puntata di connessioni digitali abbiamo affrontato un argomento molto delicato che è quello dell’intelligenza artificiale, un tema che avrà sicuramente influenza sulla vita di tutti i giorni e anche in politica.
Per conoscere meglio la complessità dell’argomento, abbiamo ospitato un ingegnere, Lorenzo Cerami, appena laureato con 110 e lode e menzione che ha discusso proprio una tesi sull’intelligenza artificiale.

Lorenzo Cerami, ingegnere
Che cosa si intende per intelligenza artificiale?
“L’intelligenza artificiale è un software sostanzialmente dotato di un’architettura matematica e statistica che tende ad emulare quelle che sono poi le reti neurali di cui è dotato l’uomo. È caratterizzato in particolare da una serie di nodi che, sulla base della statistica stessa e quindi di relazioni che si definiscono come Sic midi. Non fa altro che generare una serie di risposte fino ad ottenere un output finale che poi viene restituito all’utente come una risposta alla sua richiesta”
Ci sono vari tipi di intelligenza artificiale?
“ Sì, In particolare ci sono diverse tipologie : le intelligenze artificiali generative come chat, GPT, la più comune, quella che ormai nella vita di tutti i giorni. Ci sono poi intelligenze artificiali legate ad applicazioni industriali che effettuano attività di data analytics, utilizzate in campo medico.
Tutto dipende sostanzialmente dai dati di addestramento e della tipologia diciamo di macro modello.
Allora l’intelligenza artificiale quando dà una risposta va a fare ricerche su internet?
“Ci sono gli ultimi modelli, come chat GPT 4.5 che ha la possibilità di accedere a internet per esempio, e quindi di acquisire informazioni da una serie di fonti, accedendo ad una base di conoscenza molto più ampia che poi rielabora.
Ma le risposte che ci offre sono sempre vere?
“Le risposte che vengono fornite possono essere vere per task, per attività che sostanzialmente sono molto meccaniche, quindi attività molto semplici caratterizzate da una bassa complessità. Quando si parla invece di problematiche più complesse, anche caratterizzate da ambiti relazionali più elevati o in generale più complessi da gestire, l’intelligenza artificiale mostra dei limiti dando delle risposte che sicuramente non non possono dirsi veritiere. Infatti uno de dei primi disclaimer che troviamo sulla prima schermata da GPT suggerisce di non affidarsi totalmente all’ IA in quanto quest’ultima può sbagliare. L’’uomo diciamo che è centrale in questo processo, perché l’intelligenza artificiale è uno strumento, uno strumento potentissimo caratterizzato da elevatissime potenzialità, ma è la persona che deve riuscire a gestirlo e a comprenderlo”.
A questo proposito, infatti, pochi giorni fa in una una bellissima intervista al premio Nobel Giorgio Parisi, quest’ultimo evidenziava come è riuscito a mettere in crisi il sistema su un semplice calcolo matematico 5×20. Dopo la risposta 20 (esatta), di fronte ai dubbi esposti dall’utente sul risultato, secondo cui sarebbe stato 25 e non 20, il sistema non era più sicuro della risposta. Questo perché l’intelligenza artificiale tenderebbe a compiacere l’utente nella risposta fornita. Quindi possiamo dire che non bisogna prendere fideisticamente l’output che l’intelligenza artificiale ci offre, ma bisogna sempre elaborarlo e studiarlo?
“Esistono diverse tecniche soprattutto per quanto riguarda l’IA generativa che è quella diciamo più comune. Alcune rientrano all’interno dell’ambito della cosiddetta pronta engineering. Intanto il prompt che è ciò che l’utente scrive, è la riga di comando che viene fornita all’intelligenza.
Il modo in cui viene scritto un prompt e il modo in cui si interloquisce con l’intelligenza artificiale genera una fortissima differenza in quelle che sono poi le risposte che vengono fornite. Utilizzare alcune parole piuttosto che altre o fornire un certo problema in un modo differente, per esempio utilizzando un linguaggio gentile piuttosto che un linguaggio meno gentile, o eventualmente spiegando il macro contesto d’analisi o utilizzando una tecnica che va via via man mano che viene generata l’interazione con l’intelligenza artificiale, spiegando e inserendo una serie di dati poi di fatto che rientrano all’interno del macro contesto analitico, cioè aiuta l’intelligenza artificiale.
Bisogna specificare non solo la tipologia di utente, ma anche per esempio l’obiettivo che si vuole raggiungere. Per esempio l’intelligenza artificiale viene utilizzata moltissimo in ottica Seo Search Engine Optimization, quindi per migliorare la ricerca dei motori di ricerca stessi. Per esempio scrivendo un post su Linkedin si potrebbe dare l’obiettivo di ottimizzare questo post per la Seo oppure per un post su Instagram, dando poi una serie di informazioni legate per esempio al proprio profilo, alla tipologia di post e tutta una serie di obiettivi.
L’intelligenza artificiale potrebbe sicuramente generare dei contenuti più efficaci, ma questo richiede tempo e richiede una capacità di interazione con lo strumento. Non si può pretendere di ottenere una risposta efficace senza creare dapprima una “relazione” con questo strumento, quindi è necessario dapprima comprenderlo, conoscerlo per sfruttarne al massimo le potenzialità e comunque non è garantito che si ottenga poi una risposta ottimale sulla base dell’obiettivo che sto ricercando.
E quindi per raffinare questa nostra conoscenza cosa bisogna fare?
“Bisogna cercare di migliorare e soprattutto sensibilizzare anche all’interno delle scuole l’uso di questo strumento. Per esempio io ho due fratelli più piccoli che utilizzano ogni tanto l’intelligenza artificiale per eseguire i compiti a casa. Compiti di matematica o anche un tema grazie a questo strumento potentissimo si realizzano in tempi brevi.
Spesso purtroppo essendo uno strumento “plug and play” viene utilizzato solo per raggiungere un risultato specifico finale, quando in realtà l’obiettivo finale dovrebbe essere quello di generare una maggiore conoscenza di sfruttare lo strumento per migliorare se stessi”.
Sempre Giorgio Parisi il premio Nobel diceva appunto che appunto questi sistemi di intelligenza artificiale sono come un po’ un pappagallo stocastico . Pappagallo in quanto ripete per compiacere l’utente su ciò che vuole sentirsi dire. Stocastico perché si basa sulla probabilità quindi è proprio questo che bisogna fare comprendere. Non bisogna avere un atteggiamento fideistico assoluto da questo sistema ,ma occorre sempre l’interazione dell’uomo. Ho letto diversi articoli in merito al fatto che tante persone cominciano a vivere chiedendo qualcosa all’intelligenza artificiale e pertanto occorre divulgare esatte informazioni.
“Sì purtroppo il rischio di questi strumenti così trasformativi è proprio questo. L’intelligenza artificiale è entrata a gamba tesa nella vita di tutti i giorni, praticamente ormai la troviamo nei nostri cellulari all’interno del Pc, all’interno di qualunque cosa. Il problema è che le persone, data la facilità di utilizzo, si stanno affidando ciecamente a questa tipologia di strumenti. Bisognerebbe semplicemente cercare di sensibilizzare e divulgare, appunto quella che è la realtà dello strumento e di come realmente utilizzarlo. Pertanto le istituzioni scolastiche, le università dovrebbero cercare di ampliare la conoscenza di questi strumenti e soprattutto sensibilizzare in maniera corretta al loro utilizzo.”
E’ necessaria una regolamentazione per questo nuovo ambito per potere usufruire al meglio delle potenzialità che ci offre l’intelligenza artificiale?
“E’ innegabile il potenziale trasformativo di svariati settori industriali e non, ma anche per quanto riguarda il settore dei servizi e della legge. Sarebbe auspicabile intanto un incremento della ricerca e degli investimenti di pubblici e privati e cercare soprattutto di migliorare la sinergia tra il pubblico e il privato. Avviare un processo di maggiore consapevolezza dello strumento stesso e soprattutto generare una regolamentazione efficace che già dal basso, non solo a livello industriale ma a livello del consumatore finale. Quindi mi riferisco allo studente a scuola, mi riferisco anche al cellulare stesso. Ho avuto la possibilità di partecipare ad un seminario in cui diversi avvocati parlavano appunto dell’intelligenza artificiale e come quest’ultima potesse essere applicata alla legge. È uno strumento potentissimo perché riesce ad applicare la legge quasi in maniera testuale. La problematica fondamentale, diciamo, è che non è dotata di moralità e di conseguenza “qualunque” tipologia di provvedimento legislativo o pena inflitta per un condannato è applicata in maniera testuale senza possibili attenuanti.
Quel è stato l’argomento della tua tesi di laurea nello specifico?
“La mia tesi si basava su crowdsourcing e intelligenza artificiale, appunto. Si tratta di una dinamica appartenente al paradigma un po’ dell’open innovation. Ciò significa che le organizzazioni ricercano nuove innovazioni, nuove idee all’esterno e in particolare a gruppi di persone indefiniti, tramite l’utilizzo di piattaforme online in cui effettuano una sorta di sfida dove ingegneri, medici, designer e chiunque abbia la capacità di rispondere, può proporre una serie di soluzioni. Le aziende attraverso queste soluzioni, poi, non fanno altro che acquisire innovazione e quindi, di conseguenza ampliare il loro portfolio di prodotti, migliorare la ricerca, sviluppo, innovazioni anche di un certo calibro.
In particolare mi sono occupato di come l’intelligenza artificiale potesse migliorare questa tipologia di approccio, studiandone in particolare i marcatori linguistici. Sono riuscito a comprendere che ci sono determinate parole che, trasmesse tramite il prompt di comando, quindi la riga di comando, potessero migliorare la creatività dello strumento. Creatività intesa come problem solving, quindi la funzionalità delle soluzioni, l’appeal estetico delle soluzioni tutta una serie di caratteristiche relative alle soluzioni generate. Insomma ci siamo resi conto che ci sono diverse parole tipiche dei processi cognitivi umani che vanno appunto a stimolare la creatività dell’intelligenza artificiale sia nel bene che nel male naturalmente quindi la limitano o eventualmente la incrementano”.
Commenta con Facebook