Mentre la Sicilia si batte contro il suo isolamento partendo dalla sfida alle compagnie aeree contro il caro voli a Roma il governo si dimentica dell’insularità, quella norma appena inserita in Costituzione che è da più parti indicata come lo strumento per la rinascita della Sicilia e come antidoto ai rischi che derivano dall’Autonomia differenziata per la nostra regione.
A denunciare la completa assenza dei riferimenti alla nuova norma costituzionale è l’ex assessore regionale all’Economia della Regione Gaetano Armao, protagonista della battaglia congiunta con la Sardegna per il riconoscimento del principio sia a livello nazionale che europeo
“Il documento di economia e finanza appena varato non richiama la condizione di insularità, adesso riconosciuta dall’art. 119, VI comma, della Costituzione ed ovviamente non prevede alcun nuovo intervento per introdurre misure di riequilibrio in favore degli oltre 6,5 milioni di italiani che vivono il divario insulare” scrive sui social Armao.
L’intervento compensativo poteva e doveva riguardare proprio temi caldi dell’attualità siciliana come “il costo dei trasporti, delle esportazioni, del turismo, dello sport, dell’energia, degli investimenti per le infrastrutture”.
“Costi che solo per i siciliani, come abbiamo dimostrato, valgono 6 miliardi di euro annui”. Qualcosa, però, per l’isola è previsto “Unici riferimenti all’insularitá: quello al piano per il digitale delle isole minori, già varato, e per rilevare l’azzeramento dello stanziamento di 50 milioni che aveva ottenuto la Sicilia”.
Armao ci tiene a precisare che la politica in questa vicenda non c’entra nulla “Questa non è una critica di fazione, ma un richiamo al rispetto della Costituzione, il Governo ed il Parlamento devono emendarlo per restare coerenti al giuramento di fedeltà. Non è ammissibile la disapplicazione strisciante di un principio appena riconosciuto dalla Carta fondamentale e centrale nel diritto europeo, che abbiamo conquistato dopo una lunga battaglia a Roma e Bruxelles.