Il principio di insularità e il legame a doppio filo con il tema dell’autonomia differenziata. Questo l’argomento di cui si è dibattuto questa mattina nell’incontro promosso da Innovazione per l’Italia, in collaborazione con Fondazione Sicilia e patrocinato dalla Regione Siciliana, sul nuovo testo dell’articolo 119 della Costituzione. Discussione che, in particolare, si focalizza sull’aggiunzione del sesto comma, dove in particolare torna protagonista il principio di insularità. Una modifica che si traduce in un riconoscimento costituzionale delle criticità riscontrate dalle Isole e della necessità di porre in essere atti che vadano a ridurre questo gap. Una volontà figlia anche della risoluzione votata dal Parlamento Europeo nel giugno scorso, dove si riconosce che gli svantaggi dettati dalle condizione geografica delle Isole sono permanenti e strutturali.
Mulè: “Autonomia differenziata completare a insularità”
Un tema, quello dell’insularità, che il vicepresidente della Camera dei Deputati Giorgio Mulè intreccia a quello dell’autonomia differenziata. “Il grande errore che si rischia di fare è di pensarli come due binari che viaggiano paralleli, perché il principio dell’insularità, avendo un fondo già previsto al ministero dell’Economia prevede l’erogazione di fondi che vanno a colmare le distanze tra la Sicilia, Sardegna e il resto d’Italia. Laddove non dovesse esserci la famosa perequazione dell’autonomia differenziata – aggiunge – interviene il principio dell’insularità, che non solo colma, ma supera la stessa dotazione che si potrebbe pensare rispetto all’autonomia differenziata. Adesso è necessario attivare al più presto il fondo e quindi la commissione bicamerale sull’insularità, che si insedierà fra circa tre settimane. Vedremo quali sono i punti principali su cui intervenire e, parallelamente, valutare tutte le iniziative”.
Cossa: “Autonomia differenziata attuazione del regionalismo”
Si spinge più in là Michele Cossa, presidente della commissione insularità della Regione Sardegna. “Non si può fare l’Autonomia differenziata senza tenere conto del principio di insularità. L’articolo 116 della Costituzione dice che l’autonomia differenziata si può realizzare, ma alla luce dei principi dell’articolo 119 – continua Cossa -, e dal 30 ottobre dello scorso anno, in questo articolo c’è il sesto comma che parla del principio di insularità. Ignorarlo sarebbe una scorrettezza sul piano dei rapporti istituzionali e della leale collaborazione, ma è anche una grave violazione costituzionale”.
Anche la Sardegna, come la Sicilia, ha votato favorevolmente il testo sull’autonomia differenziata in sede di Conferenza unificata delle Regioni. “Credo che sia un parere preliminare – dice Cossa – è un testo che ancora dovrà essere affinato, dovrà passare dal Parlamento, non ci può essere un atteggiamento contrario all’autonomia differenziata, perché se sviluppata in modo virtuoso, può rappresentare l’attuazione del regionalismo auspicato dal legislatore costituzionale. Questo, però, deve essere fatto sulla base di una serie di garanzie”.
Tardino: “Europa deve fare la sua parte”
Il principio di insularità, come sopra ricordato, ha avuto un forte riconoscimento a livello europeo. Ma, secondo l’eurodeputata Annalisa Tardino, molto deve essere ancora fatto. “Occorrono degli interventi legislativi da parte della Commissione Europea. Il ruolo del Parlamento europeo è importante. Stiamo facendo la nostra parte, anche attraverso atti di indirizzo politico, come le risoluzioni. Ma dobbiamo spingere affinchè gli Stati, in sede di Consiglio Europeo, siano promotori di iniziative per orientare il lavoro legislativo”.
Necessità che, secondo l’esponente della Lega, si traducono in deroghe. “Noi abbiamo bisogno di deroghe sostanziali. Per la Sicilia e la Sardegna è impossibile ad un sistema pari a quello delle zone ultraperiferiche, ma certamente si può parlare di deroghe che tengano conto dei bisogni della nostra agricoltura, del nostro turismo e della nostra connessione con l’Europa. Chiaramente servono delle misure, a livello nazionale, per spingere sulla connettività, come sud esempio al tema dei trasporti. Un tema che investe l’intero arco economico, a partire dall’import/export dei nostri prodotti o dei materiali”.
Russo: “Insularità scudo per la Sicilia”
Tema sul quale è intervenuto, durante il dibattito, Massimo Russo, presidente onorario di Innovazione per l’Italia, il quale ha sottolineato i vantaggi che derivano da un simile riconoscimento costituzionale. “Torna in Costituzione il principio di insularità. La base per l’adozione di provvedimenti atti a rimuovere gli svantaggi connessi alla dimensione geografica dell’Isola, a partire dalla viabilità. Manca ancora la capacità di governance nella gestione di queste azioni che devono liberarsi in fatti concreti. Non si può pagare un biglietto aereo 500 euro per andare a Roma. Il tema di questo gap strutturale è un tema legato al Mezzogiorno, ma oggi si focalizza sulle Isole”.
“L’insularità – sottolinea Russo – diventa per noi uno scudo molto importante. Sulla base delle leggi di spesa, si può verificare la volontà della Repubblica le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi delle Isole. E’ uno scudo importante rispetto al regime di autonomia differenziata. Alla separatezza geografica dovrebbe corrispondere una specificità normativa volta a destinare risorse per ridurre le cause degli svantaggi economici attualmente esistenti.
Caleca (Cga Sicilia): “Serve assessorato per l’insularità”
Un confronto nel quale qualcuno spinge per un impegno concreto a livello politico, da tradurre nell’istituzione di un assessorato all’Insularità. Proposta che parte da Nino Caleca, componente del Cga Sicilia. “Serve un assessorato regionale all’insularità e agevolazioni fiscali per chi investe in Sicilia. L’insularità rappresenta un’occasione importante per sviluppo della Sicilia perché le isole saranno protagoniste in Europa. Proponiamo la creazione di un assessorato regionale sull’insularità, con il compito di confrontarsi con la legislatura nazionale, per adeguare tutte le leggi al rispettino di questo principio, anche su ciò che adesso viene definito aiuto di Stato alle imprese”.
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