Il bollino della legalità non sembrano volerlo in tanti tra le imprese agricole della provincia di Palermo. Su circa 6 mila tra aziende e singoli agricoltori potenziali aspiranti, appena in 13 hanno fatto domanda e l’hanno ottenuto. Colpa forse di una scarsa conoscenza della norma, dei pochi incentivi collegati, forse anche delle difficoltà delle imprese a rimanere all’interno di quelle regole a cui bisogna attenersi. Forse anche di qualche malelingue. Proprio di questo si è discusso ieri a Partinico alla Real cantina Borbonica alla presenza dei vertici Inps, della prefettura, dei sindacati, del governo regionale e dell’ispettorato.
L’impegno della Regione
Nel corso dell’incontro c’è stato anche un impegno da parte degli assessori regionali al Lavoro, Antonio Scavone, e all’Agricoltura, Toni Scilla. Quello di ipotizzare nei prossimi bandi emanati dalla Regione una premialità per quelle aziende in possesso del bollino. Ovviamente tutto da verificare se il percorso sarà fattibile sul piano tecnico-legale ma che ci sia già un primo impegno è un passo avanti significativo.
Come ottenere il bollino
Il “bollino” virtuale è contemplato all’interno della “Rete del lavoro agricolo di qualità” istituita presso l’Inps con l’obiettivo di selezionare imprese agricole che, su presentazione di apposita istanza, si distinguono per il rispetto delle norme in materia di lavoro, legislazione sociale, imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Per poter ottenere la certificazione bisogna non aver riportato condanne penali per violazioni della normativa in materia di lavoro, non essere destinatari, negli ultimi tre anni, di sanzioni amministrative per violazioni in materia di lavoro, legislazione sociale e rispetto degli obblighi relativi al pagamento delle imposte e delle tasse. Bisogna poi essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi.
“Falsa” credenza
Il direttore provinciale dell’Inps di Palermo, Saverio Giunta, è convinto che le scarse adesioni siano dovute anche ad una falsa credenza: “C’è chi pensa – ha detto – che iscriversi al rating vuol dire dover sottostare a continui controlli da parte nostra o di tutti gli altri enti preposti. E’ invece l’esatto contrario. Chi aderisce avrà da parte nostra la massima collaborazione il supporto necessario anche attraverso consulenze dedicate per agevolarle a rimanere nell’alveo della legalità”.
Commenta con Facebook