Anche le cerimonie per le consegne dei premi devono sottostare alle regole anti-Covid e così la terza edizione del Premio ANGI dedicato ai giovani innovatori italiani, giunto alla terza edizione si è svolta con un grande evento in formato “phygital” il 2 e 3 dicembre presso i Baglioni Studios a Roma e in streaming su Ansa.it.

L’Associazione Nazionale Giovani Innovatori è un punto di riferimento in Italia per l’innovazione, che promuove in tutte le sue realtà, sviluppando sinergie tra privati, scuole, università, aziende, associazioni di categoria e istituzioni nazionali ed internazionali.

I settori su cui ha posto l’attenzione il premio sono molti e spaziano su tanti campi ed anche per questo alcuni sono stati attribuiti a importanti personalità della società siciliana, anche se non svolgono direttamente una attività imprenditoriale.

Si spiega così tra i premiati la presenza di Roberto Lagalla, Assessore regionale all’Istruzione e Formazione della Regione Siciliana, Francesca Isgrò, avvocato, attualmente presidente cda di Enav SpA e consigliere di Poste italiane e di Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale, premiato per il suo interesse per l’arte, in prima fila in occasione della nascita del percorso Unesco arabo normanno di Palermo, Monreale e Cefalù.

Tra gli imprenditori premiati vanno ricordati Adolfo Urso, senatore catanese attuale vicepresidente del Copasir, Riccardo Di Stefano, presidente Confindustria Giovani, e Francesco Mastrandrea, presidente Confagricoltura Giovani.
Tra i responsabili del Premio, insieme a Gabriele Ferrieri, presidente ANGI, anche Nunzio Panzarella, membro dell’Ufficio di presidenza di ANGI e vicepresidente di Confassociazioni Comunicazione, oltre che referente di progetti di innovazione presso la Regione Siciliana.

Abbiamo chiesto a mons. Pennisi un commento e una spiegazione per questo premio un po’ particolare per un prelato.

“Sono lieto di questo riconoscimento perché mi consente di portare la mia testimonianza di uomo e di Vescovo oltre i confini pastorali per spingermi a quelli dell’educazione alla legalità, promuovendo al contempo la bellezza e la solidarietà. L’autentica bellezza come sintesi di verità e di bontà è veicolo di giustizia e di pace. Ritengo che in questo modo si possa di più e meglio coniugare la dimensione etica con quella estetica, così che le persone sensibili al bene, al bello e al vero diventino cittadini attivi e responsabili”.

Il riconoscimento per mons. Pennisi discende dal suo impegno svolto a Roma durante la preparazione e lo svolgimento del Giubileo del 2000 quando nella qualità di Rettore di S. Agnese a piazza Navona ha promosso il restauro e la valorizzazione di quella Chiesa. Nominato Vescovo a Piazza Armerina ha valorizzato il museo diocesano con l’organizzazione di varie mostre e dando una sede nuova alla biblioteca, alla Curia e al Vescovado.

Giunto a Monreale si è impegnato nella valorizzazione del complesso monastico di Guglielmo II ed in particolare del Duomo di Monreale, che fa parte dell’itinerario arabo-normanno-bizantino riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, facendo sinergia tra istituzioni religiose e laiche. Proseguendo nel suo lavoro ha fatto conoscere questo importante monumento all’estero soprattutto negli Stati Uniti dove sono state esposte delle statue argentee del Valadier e in Russia dove è stata avviata una collaborazione con artisti del patriarcato ortodosso di Mosca, con la pubblicazione di un libro-calendario in russo oltre che in altre lingue.

Più di recente e precisamente lo scorso anno al Meeting dell’Amicizia dei popoli di Rimini ha promosso l’organizzazione di una grande mostra sul complesso abbaziale in collaborazione con la Regione Siciliana ed un concerto del pianista brasiliano Marcelo Cesena, con 15 brani dedicati agli episodi della storia della salvezza raffigurati nei mosaici del duomo di Monreale.

Sul versante sociale grazie a un finanziamento della Caritas, la Diocesi sta promuovendo a Corleone un progetto per valorizzare i beni culturali e ambientali della città attraverso una cooperativa di giovani. Mentre con il progetto Policoro, che vuole educare i giovani alla cultura del lavoro e della cooperazione sono stati aiutati alcuni giovani ad attivare degli start up innovativi, grazie alla collaborazione con una Banca di credito cooperativo.

Nel messaggio inviato agli organizzatori ha così concluso: “Sono particolarmente grato per il riconoscimento ricevuto perché esso si deve soprattutto ai preziosi collaboratori con i quali condivido questo premio che attraversa più piani: oltre che religioso, culturale e artistico anche economico e turistico”.

Articoli correlati