Il Cdm ha dato il via libera al rinvio delle elezioni amministrative all’autunno, con una norma inserita nel dl imprese. La norma, a quanto si apprende, prevede che le elezioni dei consigli comunali si tengano una domenica tra il 15 ottobre e il 15 dicembre 2020. Mentre per le Regioni si stabilisce che quelle in scadenza entro agosto restino in carica quattro mesi in più e che le elezioni si possano tenere nei 60 giorni successivi alla nuova scadenza. Viene rinviato anche il voto per un seggio vacante al Senato in Sardegna.
Una decisione prudenziale certo, che pone le basi per poter agire in libertà nelle scelte successive ma che la dice lunga sui reali tempi di questa emergenza. Il governo, sulla base delle indicazioni del comitato tecnico scientifico, prevede che alla fase 3, ovvero alla dichiarazione di fine epidemia e dunque al ‘liberi tutti’ non si arrivi prima dell’autunno inoltrato
La scelta presente nel decreto è solo un indicatore ma ci sono altri segnali reali e concreti di come le cose si svilupperanno basandosi su previsioni e grafici scientifici. La fase di calo dei contagi sembra essere finalmente iniziata ma è lenta e difficile ed il comitato tecnico scientifico ha detto chiaramente che pensare ad un allentamento delle misure adesso sarebbe deleterio e vanificherebbe molto di ciò che è stato fatto. La scelta spetterà alla politica ma sembra proprio che si vada verso lo scenario ipotizzato sin dall’inizio dal mondo sanitario ma non confessato ovvero dopo Pasqua un’altra proroga che porti la fase di lockdown fino a fine aprile.
E’ ipotizzabile chela fase 2 possa iniziare nei primi giorni di maggio, verosimilmente dopo il 1 maggio. Mantenere la chiusura in quella data sembra una scelta ovvia anche per evitare che l’allentamento delle misure porti la gente ad assembrarsi in occasione della giornata di festa come è tradizione.
In Sicilia, inoltre, la fase calante dei contagi non è ancora affatto evidente. Per l’isola c’è l’ipotesi scientifica di una epidemia senza picco statistico. Il numero dei contagi è sempre stato contenuto, il ceppo arrivato non è quello italiano ma quello orientale e da questo punto di vista sembrerebbe che l’isola sia stata fortunata. L’indice statistico di contagio rileva che la Sicilia è stata la meno esposta. Sempre statisticamente c’è, però, un dato da tenere sotto controllo che riguarda il numero di tamponi fisiologicamente più basso rispetto alle altre regioni per effetto del minor contagio ma è possibile che proprio il basso numero di tamponi lasci nel limbo alcuni casi non censiti anche se si tratterebbe, comunque, di casi di contagiati guariti non avendo evidenza nei dati di decessi non classificati o ricoveri impropri.
In ogni caso dobbiamo prepararci ad una fase 2 che non sarà certamente semplice. L’allentamento delle misure non sarà il ‘via libera’ in cui si sperava all’inizio dell’allarme. Si ricomincerà ad uscire ma non per tutti. Potranno esserci limitazioni per gli anziani, la scuola potrebbe non ricominciare e la ripresa del lavoro sarà soggetta a misure di distanziamento sociale e protezione persone, ci saranno limitazioni alle aperture dei locali, non si potranno fare feste e ritrovi sociali e tanto altro. Come sarà dovremo ancora capirlo ma non sarà un periodo facile e soprattutto non sarà breve
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