Palermo con la sua inflazione e i suoi pesantissimi rincari galoppa dannatamente. Stangate per le famiglie ed anche per i turisti, quando oramai siamo alle porte della stagione estiva. Mano al portafogli e sorridere, perché nel capoluogo siciliano non c’è più scampo. Dalla ristorazione agli alimentari, passando per gli alloggi, tutto è diventato più caro. Dall’altra parte, però, c’è poco da sorridere perché i redditi non sono aumentati. E quindi bisognerà ancora tirare la cinghia. L’Istat ha reso noti i numeri dell’inflazione del trascorso mese di maggio. C’è un lieve rallentamento ma in Sicilia si continua a stare su medie oltre quelle nazionali.
Il capoluogo siciliano il più colpito
Da questi rincari Palermo è certamente tra le città più colpite. Secondo quanto emerge nel capoluogo siciliano l’inflazione ha toccato una punta dell’8,2 per cento, ben oltre la media nazionale che si è fermata al 7,6. Numeri che fanno male in una città dove certamente redditi e mercato del lavoro non consentono di sopportare certi numeri.
La batosta per i turisti
Se al palermitano non va bene, non se la passerà di lusso neanche il turista. Perché sulla base di un’elaborazione dati dell’Unc, unione nazionale consumatori, schizzano alle stelle i prezzi degli alloggi. Quindi alberghi, motel, pensioni, bed and breakfast, agriturismi, villaggi vacanze, campeggi e ostelli della gioventù. La media nazionale parla di rincari del 13,6% in più rispetto a maggio dello scorso anno. Ma a Palermo questo numero aumenta a dismisura e si parla di un +35,9 per cento. Il secondo rincaro più pesante in Italia dopo Firenze.
L’inflazione rallenta
C’è da dire che a livello nazionale l’inflazione rallenta e ci si ferma ad una media dell’8,2 per cento. Le associazioni dei consumatori però non mostrano entusiasmo per questi numeri: “Non c’è da essere entusiasti – sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell’Unc – visto che siamo semplicemente tornati ai livelli di marzo, mentre in tutto il resto d’Europa, salvo l’Olanda, l’inflazione di maggio è più bassa di quella di marzo. Inoltre resta un’inflazione stellare. Per una coppia con due figli, il +7,6% significa una stangata pari a 2.227 euro su base annua, di questi ben 907 servono solo per far fronte ai rincari dell’11,8% di cibo e bevande”.
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