Torna l’inferno di traffico nell’area del ponte Corleone, a Palermo. Code di diverse centinaia di metri si registrano, in direzione Catania, nel tratto compreso fra il viadotto sul fiume Oreto e il ponte di via Ernesto Basile. Incollonamenti che proseguono poi verso l’area di corso Calatafimi. Una volta finito il periodo festivo, in pratica, la viabilità è ripiombata nuovamente nel caos.
Mentre la politica discute e dibatte sulle soluzioni da trovare per risolvere un problema ormai atavico nel capoluogo siciliano, gli automobilisti palermitani continuano a pagare il conto di mancati interventi e progettazioni. Una “tragedia annunciata”, visto il rientro al lavoro di decine di migliaia di palermitani. Cittadini costretti a recarsi in ufficio o comunque ad attraversare il raccordo fra A19 e A29.
Ponte Corleone e le restrizioni necessarie
Eppure, le restrizioni sono quanto mai necessarie. Ciò alla luce del verdetto emesso a dicembre dalla Icaro Progetti, ditta incaricata dal Comune di Palermo per verificare le condizioni strutturali del ponte Corleone. Una relazione che ha fornito un quadro dettagliato e allo stesso tempo deficitario della struttura di viale Regione Siciliana, in attesa da anni di lavori mai effettuati.
Problemi che hanno richiesto, di conseguenza, ulteriori limitazioni alla viabilità. Se il limite di velocità, da un lato, è stato alzato ad 60 km/h, è pur vero che la zona di transito sul viadotto si è ridotta ad una sola corsia. Un restringimento che inizia addirittura 250 metri prima del ponte Corleone. Un problema che finisce per creare un imbuto letale per la mobilità cittadina. Impedimento che costringe i palermitani ad incolonnarsi all’altezza del Baby Luna. Di fatto, a questo caos una soluzione non c’è, se non quella di eseguire i lavori di manutenzione e del raddoppio del ponte Corleone. E a chiarirlo in modo preciso è stato lo stesso comune di Palermo, con una nota nella quale sostanzialmente la Giunta ha allargato le braccia, sostenendo che, per quanto i disagi siano chiarimente un problema, le limitazioni servono per garantire la sicurezza.
Le regole della nuova ordinanza
Proprio in seguito ai controlli eseguiti nelle ultime settimane, si sono rese necessarie alcune modifiche al transito. Il dirigente Sergio Maneri ha infatti predisposto una nuova ordinanza per adeguare la circolazione stradale alle indicazioni date dai tecnici della Icaro Progetti. Sul ponte Corleone è stato così istituito il passaggio su una sola carreggiata in entrambi i sensi di marcia. La sede stradale risulta così ristretta a 3,50 metri, attraverso il ricorso a New Jersey, cordoli e segnaletica orizzontale. Il passaggio da tre ad una corsia è segnalato a partire da 250 metri prima del ponte.
Rimane vietato il transito pedonale. Ciò fino quando non saranno ripristinate le barriere di protezione. Cambia anche il limite di velocità sul viadotto. Da 30 km/h, i mezzi potranno percorrere il ponte Corleone fino a 60 km/h. Questo perchè le carreggiate risultano più solide al centro. Elemento che ha consentito di elevare anche il limite di peso, che passerà così da 27 a 44 tonnellate.
La relazione della Icaro Progetti sul ponte Corleone
Cambiamenti nell’ordinanza sindacale derivati dalle richieste degli ingegneri della Icaro Progetti, i quali hanno effettuato un ulteriore sopralluogo il 3 dicembre. Questo per verificare se vi fossero condizioni di pericolo incombente. Controllo dal quale è emerso una “grave situazione di ulteriore degrado. Localizzato in corrispondenza degli appoggi della trave tampone, in adiacenza al giunto, sui pilastri di appoggio delle travi che sostengono l’impalcato tampone. Tale impalcato poggia, da un lato, direttamente sulle estremità superiori dei pilastri del ritto A, in atto parzialmente danneggiate e che sembrano subire una sollecitazione eccessiva“.
Gli esperti hanno poi evidenziato la presenza di infiltrazioni d’acqua su diversi elementi architettonici del ponte Corleone. “Dall’altro lato, tale intradosso risulta abbassato di circa 5 centimetri rispetto al tratto adiacente al giunto Gerber sulla parte a sbalzo – prosegue la relazione -. In aggiunta, le selle Gerber e le strutture di supporto mostrano infiltrazioni abbondanti d’acqua dai giunti, perfino infiltrazioni che proseguono all’interno della lesione del pilastro del ritto A. Si è ritenuto quindi che le condizioni del traffico sul ponte risultino attualmente eccessive, e che la sua sicurezza sia affidata soltanto alla efficacia delle protesi metalliche del 2002, anch’esse soggette a degrado a motivo delle infiltrazioni”.
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