“Musumeci piromane”. È la provocazione che hanno lanciato gli indipendentisti di Trinacria, che si sono dati appuntamento questo pomeriggio, intorno alle 15.30, davanti la Presidenza della Regione. Poi la provocazione nella provocazione: accanto allo striscione che accusava il governatore dell’isola, una gigantografia di Musumeci che è stata bruciata.
La protesta degli indipendentisti
Gli indipendentisti attribuiscono al presidente della Regione ed al suo governo la responsabilità degli incendi che ci sono già stati quest’anno e di quelli che si prospettano durante tutta la stagione estiva. “Solo proclami, nessun intervento di prevenzione”, attaccano i manifestanti.
Una nota di Trinacria spiega: “Con l’inizio di maggio e del caldo, infatti, non si è fatto attendere il ritorno della stagione degli incendi. La notte del 6 maggio diversi roghi sono divampati ad Erice e nella zona di Monreale, Pioppo, Cefalù, a Bagheria sul Monte Catalfano e a Termini Imerese, dove la popolazione è rimasta per molte ore in attesa dei canadair”.
“Nel 2021, oltre 78mila ettari di bosco bruciati”
La nota continua e spulcia alcuni dati “In Sicilia, solo nel 2021, oltre 78mila ettari di bosco sono bruciati, pari al 3,05% della superficie della regione. Sono stati 8.113 gli incendi che hanno riguardato l’isola, devastando migliaia di ettari di bosco e macchia mediterranea, con una media di 135 roghi al giorno nei mesi di luglio e agosto. È la regione più colpita di tutta l’Italia. Bruciano tantissimi luoghi importantissimi, riserve naturali, boschi, pinete; luoghi dall’enorme interesse naturalistico e affettivo per i siciliani. Sulle Madonie si è parlato di disastro ambientale senza precedenti”.
Albanese “Business sull’emergenza incendi”
Tiziana Albanese, di Trinacria, non lesina le accuse: “Intorno all’emergenza incendi c’è un vero e proprio business”. E continua: “Lo scorso anno soltanto per le ore di volo di canadair e velivoli in Sicilia sono stati spesi circa 2.988.725,4 milioni di euro. Se si pensa al fatto che questi quasi tre milioni di euro registrano le spese unicamente dei velivoli, si può immaginare che enorme business e giro di affari si cela dietro ai nostri boschi in fiamme. Dei numeri troppo grandi per pensare di poter credere alla favoletta dei piromani cattivi che ogni anno a luglio si infervorano di rabbia e decidono di mandare a fuoco migliaia di ettari di territorio”.
I manifestanti attaccano il governo regionale perché “anche quest’anno il piano di prevenzione incendi stenta a partire”. Ed insistono: “L’assessore regionale all’ambiente Cordaro aveva promesso che la stagione antincendio sarebbe stata anticipata all’1 giugno, per durare fino al 15 ottobre; dal 26 aprile invece gli operai alle dipendenze del dipartimento sviluppo rurale si sarebbero occupati della pulizia del bosco, sottobosco e dei viali tagliafuoco. E ancora, nella stagione estiva, quattromila dei diciassettemila operai forestali dovrebbero essere impiegati come antincendio. Cento nuovi agenti si uniranno inoltre al corpo forestale dotati di nuove divise e nuovi strumenti. Ma il piano non può partire: con la finanziaria bloccata all’Ars anche i fondi che dovevano salvarci dai roghi, quest’anno, restano nel cassetto”.
Albanese sottolinea: “Lo sa benissimo il Presidente Musumeci quello che si dovrebbe fare per non cadere per l’ennesima volta in quell’incubo, lo sa benissimo. Però preferisce fare il forcaiolo contro questi fantomatici e mitologici piromani invece che assumersi la responsabilità e dire chiaramente che loro la prevenzione non la faranno mai, perché prevenire fa guadagnare meno che curare! Nell’emergenza canadair, elicotteri, interventi straordinari, fuoco e fiamme, e giù con uno, due, tre miliardi, tutti spesi in emergenza… e si sa che l’emergenza è un ottimo status per fare tanti soldi facili. Che importa se bruciano i polmoni verdi di questa terra”.
E conclude con un diretto attacco: “Chi fa profitti, chi glielo permette, e chi agevola il funzionamento di questo sistema, Musumeci per primo, è un indegno nemico della Sicilia”.
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