Da quattro mesi 50 dipendenti sono senza stipendio e lanciano un appello ai magistrati e alla politica. Sono i dipendenti del Cesifop, (Centro siciliano per la Formazione professionale), con sede anche a Palermo in via Baglio Barone della Scala, che è finita nell’inchiesta che lo scorso ottobre ha portato all’arresto tra gli altri dell’ex senatore Nino Papania, con il presidente e il vicepresidente interdetti. L’ente è rimasto senza alcuna rappresentanza legale.
“Noi lavoratori ci troviamo tutt’oggi a essere vittime incolpevoli oltre che di illeciti, se confermati dalle indagini ancora in corso, da una complicata situazione giudiziaria che ci ha lasciati allo sbando totale e senza nessuna risposta alle loro richieste di assistenza”. I dipendenti, ancora attivi, nel frattempo hanno costituito un comitato spontaneo con l’obiettivo di dare soluzioni al disagio nel quale sono rimasti loro malgrado incastrati.
“Denunciamo il totale stato di abbandono nel quale siamo stati lasciati dopo l’inchiesta giudiziaria – dicono i dipendente – abbiamo richiesto e sollecitato più volte alle istituzioni, per le loro competenze di pertinenza, la nomina di un amministratore legale o commissario in grado di far proseguire le attività ordinarie dell’ente. Ma soprattutto di sbloccare i finanziamenti che interessano la parte destinata al pagamento degli stipendi che attendiamo da gennaio 2022.
Da ottobre 2024 ad ora non abbiamo ricevuto risposte da nessuno. I destinatari delle nostre richieste sono stati i procuratori Amalia Luise e Calogero Ferrara, l’assessorato regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, ma anche l’assessorato regionale della Famiglia, Politiche sociali e del Lavoro, l’Ispettorato regionale del Lavoro di Palermo, la guardia di finanza di Trapani oltre che all’assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale Girolamo Turano, il direttore generale dipartimento della Formazione professionale Maurizio Pirillo e, non ultimo, al governatore Renato Schifani. Nessuno ad oggi in qualsiasi modo ha degnato attenzione al nostro manifestato tragico disagio”.
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