“La gestione approssimativa del Comune di Palermo non penalizzi i lavoratori Reset” – tuona Mimma Calabrò, Segretario Generale della Fisascat Cisl Palermo Trapani – “Ogni mese, le modalità del pagamento degli stipendi sono una incognita”.
Queste le parole della sindacalista dopo aver appreso che Reset, società consortile del Comune di Palermo, non riusciva a dare certezze sulle modalità con cui avrebbe erogato lo stipendio ai lavoratori, ovvero se tramite ennesimo acconto o in un’unica soluzione. La società, infatti, che lamentava la mancanza di copertura economica, è comunque riuscita a cavarsela per il rotto della cuffia trovando le risorse utili a a garantire l’intero importo dovuto.
“Ogni mese le incertezze sulle modalità di erogazione dello stipendio tengono col fiato sospeso le migliaia di lavoratori Reset”- afferma Antonello Collosi, coordinatore aziendale Reset della Fisascat – “La nostra è diventata una situazione insostenibile. Un terno al lotto. Seppur trascorsi 4 anni, la Reset non decolla, anzi temiamo il tracollo. Risorse economiche inferiori rispetto al fabbisogno di lavoro, accordi sindacali disattesi e di contrattazione di 2° livello neanche a parlarne. Attendiamo ancora la trasformazione da part-time a full-time così come previsto negli accordi di trasferimento da Gesip in Reset”.
“I lavoratori di Reset sono stanchi di essere trattati come lavoratori di serie B. La Reset non diventi la Cenerentola delle Partecipate Comunali. Siamo pronti – conclude la Calabrò – a mettere in campo ogni azione a tutela dei lavoratori che rendono importanti servizi alla collettività rivendicando l’esigibilità degli accordi sottoscritti”.
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