Nel 2020 si sono verificati in Sicilia 8.053 incidenti mortali che hanno causato il decesso di 161 persone e il ferimento di altre 11.590 secondo i dati diffusi dall’Istat. La situazione pandemica e le misure adottate per contenerla hanno determinato un consistente decremento del numero di incidenti (-24,8%), delle vittime della strada (-23,3%) e dei feriti (-27,9%) rispetto al 2019, anche se inferiore a quanto registrato a livello nazionale (-31,3% per gli incidenti, -24,5% per le vittime e -34,0% per i feriti).
I programmi d’azione europei per la sicurezza stradale, per i decenni 2001-2010 e 2011-2020, impegnano i Paesi membri a conseguire il dimezzamento dei morti per incidente stradale con una particolare attenzione, nel decennio in corso, agli utenti vulnerabili. Nel periodo 2001-2010 le vittime della strada si sono ridotte del 23,6%, meno della media nazionale (-42,0%); fra il 2010 e il 2020 si registrano variazioni, rispettivamente, di -42,3% nel numero dei decessi e -47,3% in quello dei feriti. L’indice di mortalità sul territorio regionale è rimasto stabile a 2 deceduti ogni 100 incidenti mentre quello medio nazionale registra un leggero aumento (da 1,9 a 2 decessi ogni 100 incidenti).
In Sicilia, nel 2020, l’incidenza degli utenti vulnerabili per età (bambini, giovani e anziani) deceduti in incidente stradale è superiore alla media nazionale (54% contro 44,9%). Guardando agli utenti vulnerabili secondo il ruolo che essi hanno avuto nell’incidente (conducenti/passeggeri di veicoli a due ruote e pedoni), il loro peso relativo (sul totale dei deceduti) è parimenti superiore nel 2020 a quello nazionale (55,3% contro 51,4%). Sempre tra 2010 e 2020 l’incidenza di pedoni deceduti è diminuita in Sicilia da 16,8% a 16,1%, in controtendenza al resto del Paese (da 15,1% a 17,1%).
I costi sociali degli incidenti stradali quantificano gli oneri economici che, a diverso titolo, gravano sulla società a seguito di un incidente stradale. Nel 2020 il costo dell’incidentalità con danni alle persone è stimato in circa 11 miliardi e 600 milioni di euro per l’intero territorio nazionale (195,5 euro pro capite) e quasi 820 milioni di euro (168,8 euro pro capite) per la Sicilia; la regione incide per il 7,1% sul totale nazionale.
Tra il 2019 e il 2020 l’indice di lesività scende da 150,3 a 143,9; quello di mortalità resta stabile (2 decessi ogni 100 incidenti), aumenta invece lievemente l’indice di gravità (rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti moltiplicato 100) da 1,3 a 1,4. L’incidentalità rimane alta lungo l’autostrada A20 e le statali 115 (sud occidentale sicula) e 113 (settentrionale sicula), nei comuni del trapanese e nella zona sud orientale dell’isola. L’indice di mortalità aumenta in un numero di comuni più ridotto rispetto al 2019 soprattutto in alcuni comuni trapanesi. Nel biennio prevale nel complesso una tendenza ad una minore pericolosità.
Nel 2020 il maggior numero di incidenti (6.248, il 77,6% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando 71 morti (44,1% del totale) e 8.599 feriti (74,2%). Rispetto all’anno precedente i sinistri diminuiscono su tutte le categorie di strada, ma la diminuzione maggiore si verifica sulle autostrade (-31,6%), seguite dalle strade urbane (-25,2%) e da quelle extraurbane (-19,5%). Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (5,6 decessi ogni 100 incidenti) e sulle autostrade (3,4 decessi ogni 100 incidenti). Sulle strade urbane il 43,3% dei sinistri stradali avviene lungo un rettilineo mentre sulle strade extraurbane la quota sale al 52,4%. In ambito urbano gli incidenti che avvengono in corrispondenza degli incroci e rappresentano il 34% del totale, seguono quelli che si verificano nei pressi di una intersezione (13,3%), di una curva (5,6%) e di una rotatoria (2,6%). Lungo le strade extraurbane il 27,1% degli incidenti si verifica in curva, l’8,1% nei pressi di un incrocio e il 6,9% nei pressi di un’intersezione.
Le misure adottate per contrastare la pandemia, il periodo di lockdown e le fasce di coprifuoco hanno influito pesantemente sulla distribuzione temporale degli incidenti stradali sull’intero territorio nazionale. Ad aprile si registra un decremento del numero di incidenti dell’80,5%, a marzo del 63,4% rispetto agli stessi mesi del 2019. Tra maggio e settembre, in coincidenza della riapertura di gran parte delle attività e del periodo di maggiore mobilità per vacanze, si contano 4.111 incidenti (il 51% di quelli dell’intero anno), in cui hanno avuto lesioni 6.018 persone (51,9%) e 82 sono decedute (50,9%). Oltre il 78% degli incidenti ha avuto luogo tra le 8 e le 20 ma l’indice di mortalità raggiunge i valori più elevati tra le quattro e le sette del mattino (5,7 morti ogni 100 incidenti) e tra le 2 e le 3 di notte (5,3 morti ogni 100 incidenti), con valori molto oltre la media giornaliera (2). Il venerdì e il sabato notte si concentra il 41,1% degli incidenti notturni, il 43,9% delle vittime e il 43,1% dei feriti. L’indice di mortalità degli incidenti notturni è pari a 3,2 decessi ogni 100 incidenti, raggiungendo il valore di 6 nelle strade extraurbane.
In Sicilia il 53,9% degli incidenti stradali è concentrato nei poli urbani ; considerando anche le aree di cintura, che comprendono i comuni più prossimi ai poli, si arriva al 74% del totale. Nei comuni delle aree interne, caratterizzate da distanze superiori ai 20 minuti di percorrenza dai poli urbani, gli incidenti rappresentano il 26% del totale regionale. Il numero delle vittime si riduce rispetto al 2019 sia nel totale dei centri (-29,9%) sia nelle aree Interne (-11,8%). Gli indicatori statistici di mortalità e gravità evidenziano una certa criticità nelle aree interne, dove nel 2020 si registra ancora un aumento rispetto all’anno precedente (rispettivamente 3,2 e 2,0). Nel totale dei centri gli indicatori di mortalità e gravità (rispettivamente 1,6 e 1,1) sono in lieve diminuzione rispetto al 2019.
La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (71,6%); la tipologia di incidente più diffusa è lo scontro frontale-laterale (3.071 casi, 31 vittime e 4.664 feriti), seguita dallo scontro laterale (1.021 casi, 13 decessi e 1.404 persone ferite), mentre lo scontro frontale resta la tipologia più pericolosa (5,4 decessi ogni 100 incidenti). Gli incidenti a veicoli isolati risultano più rischiosi, con una media di 3,1 morti ogni 100 incidenti, rispetto a quelli fra più veicoli (1,5 decessi). Tra gli incidenti a veicoli isolati si evidenziano per pericolosità la fuoriuscita, l’urto con ostacolo accidentale (3,8 decessi ogni 100 incidenti) e l’investimento di pedone (3,4).
Tra i comportamenti errati di guida, il mancato rispetto della distanza di sicurezza e delle regole di precedenza, la velocità troppo elevata e la guida distratta sono le prime tre cause di incidente (escludendo il gruppo residuale delle cause di natura imprecisata). I quattro gruppi costituiscono complessivamente il 43,2% dei casi. Considerando la tipologia di strada, la velocità troppo elevata è la prima causa di incidente nelle strade extraurbane (19,3%) e il mancato rispetto delle regole di precedenza o del semaforo in quelle urbane (21,9%). Il tasso di mortalità standardizzato è più alto per le classi di età 15-29 anni (5,4 per 100mila abitanti) e 65 anni e più (4,9 per 100mila abitanti). I conducenti dei veicoli coinvolti rappresentano il 73,9% delle vittime e il 67,0% dei feriti in incidenti stradali, le persone trasportate il 9,9% dei morti e il 26,2% dei feriti, i pedoni il 16,1% dei deceduti e il 6,7% dei feriti. Il 65,4% dei pedoni rimasti vittima di incidente stradale appartiene alla classe di età 65+ e il 63,1% dei pedoni feriti ha più di 44 anni. Il tasso di lesività standardizzato è pari a 516,4 per la classe di età 15-29 anni, a 289,7 per quella 30-44 anni