Piero Sola, presidente di Collage S.p.A. ritorna alla guida del noto provider palermitano. L’imprenditore siciliano esce a testa alta da una inchiesta che lo aveva visto erroneamente al centro di accuse, prontamente smentite dai legali di Sola e accolte dal GIP.

A Sola – a seguito dell’interrogatorio reso al pm.- è stata revocata la misura cautelare degli arresti domiciliari -eseguita pochi giorni addietro nell’ambito di un’inchiesta legata ad appalti nel settore della sanità-, ma cosa ancora più importante la revoca è stata disposta con provvedimento separato da quello adottato nei riguardi degli altri indagati.

Nessun indizio di colpevolezza

A Pietro Sola infatti, è stata riconosciuta, in esito alle discolpe anche documentali fornite dalla difesa e agli ulteriori accertamenti espletati, l’assoluta insussistenza di qualsivoglia indizio di colpevolezza.

Sia il pm che il gip, in particolare, hanno dato atto della totale estraneità di Pietro Sola al reato provvisoriamente contestato riconoscendo, altresì, la correttezza della società Collage- mai coinvolta nel giudizio- definita nell’ordinanza come un’azienda “con quasi 50 dipendenti, assai attiva nel proprio settore, operativa da circa trent’anni, di grande esperienza nella realizzazione di congressi scientifici”.

Gli avvocati Pietro Granata, Giuseppe Fiorenza e Giovanni Di Benedetto, difensori di Pietro Sola, manifestano il loro compiacimento per il provvedimento adottato e per la sensibilità e celerità con cui sia il pm che il gip preso atto dei chiarimenti forniti, hanno revocato la misura cautelare restituendo piena onorabilità a Pietro Sola e alla Collage S.p.A.

Le misure cautelari

Il Gip di Catania ha revocato la misura cautelare per gli indagati dell’inchiesta “Vasi comunicanti” che, il 4 luglio scorso, ha fatto luce su un presunto sistema di corruzione relativo alla fornitura di stent. Nove gli indagati, accusati a vario titolo in concorso per falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. Il provvedimento è stato adottato perché sono venute meno le esigenze cautelari.

Chi va in libertà

In libertà quattro professori, rispettivamente direttori di Uoc o dipartimenti di Cardiologia dei Policlinici universitari di Catania (Corrado Tamburino) e Messina (Antonio Micari) e dei poli ospedalieri di Siracusa (Marco Contarini) e Ragusa (Antonino Nicosia), membri di un Comitato medico-scientifico del progetto Sicilian Cardiovasculary Academy (Sca). In libertà pure i referenti delle aziende distributrici dei presidi medici al centro delle indagini. Il meccanismo illecito sarebbe filtrato attraverso le sponsorizzazioni a questi eventi formativi. Tutti i nove indagati erano accusati a vario titolo in concorso per falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.