L’assunzione del fratello alle poste prima, le intercettazioni a margine dell’inchiesta sulla tangenti a Roma scartate dali inquiorneti9 poi. E’ una sorta di tiro al piccione quella contro il Ministro dell’interno Angelino Alfano.
Cresce, oggi, la polemica dopo le nuove notizie relative all’inchiesta sulle tangenti a Roma, che coinvolgono non lui personalmente ma la famiglia del ministro dell’Interno e leader di Ncd, Angelino Alfano.
“Oggi la barbarie illegale arriva a farmi scoprire, dalle intercettazioni tra due segretarie, che un uomo di ottant’anni,
il cui fisico è da tempo fiaccato da una malattia neurodegenerativa che non lo rende pienamente autosufficiente – dice indignato il Ministro – avrebbe fatto ‘pressioni’ presso le Poste per non so quale fantastiliardo di segnalazioni. Le due signore che parlano, anche insultandomi, non so chi siano – sottolinea ancora Alfano – ma quell’uomo lo conosco bene perché è mio padre ed è indegno dare credito e conto a ciò che i magistrati avevano scartato dopo avere studiato”.
Una reazkione indignata che fa, invece, alzare ulteriormente la voce al Movimento 5 Stelle: “le intercettazioni telefoniche inchiodano letteralmente il ministro degli Interni del Governo Renzi – dicono i capigruppo pentastellati di Camera e Senato Laura Castelli e Stefano Lucidi -. Tra il padre che invia 80 curriculum alle Poste e l’assunzione del fratello del ministro nella stessa società, dovrebbe rassegnare oggi stesso le dimissioni”.
Le dimissioni di Alfano vengono richieste anche dal leader della Lega, Matteo Salvini: “Faccia una cosa giusta: dimissioni. Non per l’assunzione del fratello alle Poste o per quello che avrebbe fatto il padre – dice Salvini – ma per la sua totale incapacità di difendere i confini e la nostra sicurezza, i cittadini italiani e le stesse Forze dell’Ordine”.
Le dimissioni del Ministro sembra essere l’unica cosa che metta d’accordo estrema destra ed estrema sinistra visto che anche SI avanzata la medesima richiesta.
In difesa di Alfano il capogruppo di Ncd Lupi che parla di ‘sciacallaggio mediatico’, Fabrizio Cicchitto per il quale ‘qualcuno vuole arrivare così alla resa dei conti anticipata’ mentre Renato Schifani definisce gli Alfano una famiglia di “galantuomini” e Pier Ferdinando Casini parla di “attacchi strumentali”.