“Ci farebbe piacere che Musumeci ci dicesse per quali grossi meriti ha scelto Candela, dopo averlo estromesso dal giro dei manager della sanità siciliana, e Damiani, ex direttore di quella Cuc che proprio il suo governo giudicava fallimentare, tanto da volerla delocalizzare”.
Se lo chiedono i deputati del M5S all’Ars, componenti della commissione Salute, Giorgio Pasqua, Francesco Cappello, Antonio De Luca e Salvatore Siragusa, che reiterano al presidente della Regione e all’assessore Razza l’invito ad andare a riferire in aula al più presto sul ciclone che ha travolto ieri la sanità siciliana, “una vicenda scandalosa che sta compromettendo notevolmente l’immagine della nostra regione”.
Oggi si è appreso della revoca dell’incarico a Candela e della sospensione di Fabio Damiani.
Già ieri, però, era stato il Presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè a sostenere che aveva avvertito Musumeci circa l’inopportunità della nomina di Candela.
“Ci piacerebbe capire – affermano adesso i deputati 5 stelle – quali meccanismi hanno portato a scegliere Candela per guidare la macchina anti-Covid siciliana, quando evidentemente non lo hanno ritenuto all’altezza della riconferma ai vertici dell’Asp palermitana. Vorremmo avere anche delucidazioni sui criteri che hanno regalato a Damiani la poltrona più alta dell’Asp di Trapani, visto che il governo Musumeci non era per nulla soddisfatto dell’operato della Centrale unica di committenza che Damiani guidava in precedenza e che, lo stesso esecutivo, in commissione, Salute definiva lenta e non remunerativa”.
“Evidentemente – continuano i deputati – Musumeci e le nomine azzeccate sono due rette parallele. Brucia ancora, e parecchio, l’ossimoro Lega Nord-assessorato all’identità siciliana, strada sulla quale il presidente della Regione continua a marciare imperterrito, nonostante la levata di scudi di tantissimi siciliani, parecchi dei quali probabilmente anche suoi elettori, che non solo ha colpevolmente ignorato ma anche pesantemente offeso”.
I quattro deputati della commissione sanità vanno oltre la richiesta avanzata già ieri dal gruppo 5 stelle con la quale si chiedeva tanto a Musumeci quanto a Razza di riferire al parlamento “La politica ancora una volta si conferma incapace di riformare un sistema dove si annidano i pericoli maggiori di corruttela e malaffare. Assistiamo a direttori generali che vediamo recitare sempre negli stessi ruoli o, peggio, essere promossi a ruoli migliori per poi finire sotto la lente di ingrandimento della magistratura. Si apra immediatamente una riflessione in parlamento e, soprattutto, il governo e l’assessore della Salute in primis facciano una mea culpa sui fatti accaduti, e Razza e Musumeci vengano a riferire in aula, sempre che il presidente della Regione ricordi la strada che porta all’Ars, visto che da quella parti non i fa vedere ormai da tempo” avevano affermato a caldo i deputati del movimento 5 stelle all’Ars.
“Dopo questi incresciosi fatti che travolgono la sanità siciliana – continuano i deputati – sarebbe il caso di chiedere che funzione abbia l’attività di prevenzione della corruzione nelle aziende sanitarie e nel coordinamento regionale istituito dall’assessore della Salute in Regione mesi addietro. Il Movimento 5 Stelle, nei mesi scorsi, con diversi atti parlamentari, ha raccolto il grido d’allarme lanciato dagli imprenditori del settore e provato ad audire i componenti della CUC più volte, senza però aver avuto riscontro. Diverse volte, ad esempio, abbiamo chiesto l’audizione di Damiani, uno degli arrestati, sia in commissione Bilancio che in commissione Sanità sull’appalto della manutenzione degli elettromedicali, ma questi non si è mai presentato”.
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