“La conclusione delle indagini da parte della Procura della Repubblica di Catania, con la individuazione di specifiche condotte di abuso d’ufficio in capo ad individuati dirigenti e dipendenti di Riscossione Sicilia con conseguente vantaggio in favore di taluni deputati regionali, conferma che si aveva ragione di denunciare le ingiustizie scoperte”.
Così l’avvocato Antonio Fiumefreddo, amministratore unico di Riscossione Sicilia, commenta l’avviso di conclusione delle indagini emesso dalla Procura di Catania che coinvolge nove dipendenti della società pubblica, indagati per abuso d’ufficio in concorso e continuato perché avrebbero favorito tre deputati regionali debitori col Fisco.
“Le indagini confermano che non ci sono più zone franche per nessuno – avverte Fiumefreddo – e per questo ringrazio ancora una volta il procuratore Zuccaro per l’attenzione dedicata dal suo ufficio ai reati contro la pubblica amministrazione, mentre sottolineano quanto sia importante l’azione di uguaglianza, pulizia e giustizia che stiamo portando avanti con Riscossione in Sicilia, rendendo un servizio dovuto ai cittadini che si sacrificano per compiere il loro dovere”. “La sporcizia va denunciata – conclude Fiumefreddo – e le cose vanno cambiate se si vuole bene a questa terra”.
Ma Fiumefreddo va oltre e dedica l’inchiesta a chi lo ha denunciato per diffamazione a corpo politico dello Stato, in pratica ad Ardizzone presidente dell’Ars che aveva promosso l’azione a tutela del parlamento siciliano investito dalle dichiarazioni dell’avvocato risultate, spesso, datate.
A dar man forte a Fiumefreddo arriva anche il presidente della regione che con Ardizzone ha un conto aperto da domenica scorsa e che torna ad alzare i toni avvicinandosi la campagna elettorale: “Non rimuoverò mai Fiumefreddo da Riscossione Sicilia, continueremo la battaglia contro sprechi e privilegi e ciò nonostante due giorni fa alcuni capigruppo dell’Assemblea mi abbiano chiesto come mai continuassi a tenere l’avvocato alla guida della società pubblica alla luce degli attacchi che fa alla classe politica. L’inchiesta di Catania dimostra che le sue denunce non sono parole al vento”.
“Non replico alle provocazioni dell’amministratore unico di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo, avendolo già querelato a nome del Parlamento siciliano – ribadisce il Presidente dell’Ars -. Sono gravi, e fuori luogo come al solito, invece, le dichiarazioni del presidente della Regione Crocetta. E’ il consueto collaudato clichè con il tentativo di individuare sempre i buoni e i cattivi e di criminalizzare la Sicilia tutta: prima i forestali e adesso i poveri disabili. E, lui, ovviamente, unico puro”.
“Ad esempio, non posso credere che uno come Nello Musumeci – continua Ardizzone -abbia chiesto e ottenuto favori da Riscossione Sicilia. Rinnovo l’appello ai deputati dell’Ars di non farsi intimorire dalle valanghe di fango che arriveranno a causa delle prossime comparsate televisive, che cercheranno di condizionare, in occasione dell’approvazione della legge regionale di stabilità, il voto libero dei tanti parlamentari corretti che rappresentano la gran parte dei siciliani onesti”.
Leggi anche le repliche dei deputati che avrebbero ottenuto favori pur non essendo indagati D’Asero e Nicotra
Commenta con Facebook