La procura di Torino ha chiesto al gip Rosanna Croce di confermare il sequestro preventivo della Blutec, società del settore automotive che aveva rilevato l’ex stabilimento Fca di Termini Imerese per rilanciarlo.
Gli atti dell’inchiesta, avviata dalla procura di Termini Imerese, sono stati trasmessi a Torino su decisione del Tribunale del Riesame di Palermo, che nei giorni scorsi ha anche revocato gli arresti domiciliari per il presidente Roberto Ginatta e per l’ad Cosimo Di Cursi nonché la restituzione delle somme sequestrate. I due manager sono accusati di malversazione a danno dello Stato: l’ipotesi è che abbiano ottenuto finanziamenti dal Ministero dello sviluppo economico senza utilizzarli per il rilancio dell’area.
Il fascicolo è stato affidato ai sostituti procuratori Francesco Pelosi e Laura Longo, del gruppo ‘Reati contro la pubblica amministrazione’. Le motivazioni del tribunale palermitano sull’annullamento delle misure cautelari sono attese per metà di maggio.
Tre istanze di fallimento sono state depositate al Tribunale di Pescara, città in cui la Blutec di Roberto Ginatta ha la sua sede legale. Lo si apprende da fonti investigative. Si tratta di un’istanza della procura cittadina e di due depositate da alcuni fornitori. Nel caso in cui dovesse essere dichiarato il fallimento dell’azienda, la procura abruzzese potrebbe avviare un’inchiesta per bancarotta fraudolenta. A quel punto la competenza territoriale dell’inchiesta sul presidente Ginatta e l’amministratore delegato Cosimo Di Cursi, transitata da Termini Imerese a Torino, potrebbe cambiare nuovamente.
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