Via Erice, una delle aree più colpite dall’incendio che, tra il 24 e il 25 luglio scorso, hanno colpito Palermo e, di conseguenza, anche il quartiere di Borgo Nuovo. Una scia nera di cui ancora oggi, a sei mesi di distanza, si possono vedere le tracce. Alberi bruciati, terreni spogli ed anneriti dall’azione del fuoco, palazzi danneggiati. E proprio i danni alle abitazioni rappresentano il conto che la natura ha presentato ma che non è stato ancora pagato.
L’elenco dei danni a Palermo
Nei giorni scorsi sono partite una serie di ordinanze sindacali di sgombero firmate dal primo cittadino Roberto Lagalla. Circa 25 i provvedimenti varati per un totale di 33 immobili danneggiati, oltre ai lavori che si renderanno necessari su strutture di pertinenza di Amap e Rap. Un conto presentato agli uffici della Protezione Civile, così come richiesto dal Governo Nazionale e, in particolare, dal ministro Nello Musumeci. Richiesta alla quale hanno aderito una sessantina di comuni siciliani. Circa la metà di quelli che, sulla carta, hanno riportato danni. La stima delle somme necessarie sarà fondamentale nella concessione delle prerogative dello stato d’emergenza. Fatto che aiuterà non solo i privati nella messa in sicurezza dei propri appartamenti, ma anche e soprattutto gli uffici dei comuni nelle riparazioni sui beni di edilizia pubblica (ERP).
Il caso di Borgo Nuovo
Fra questi rientra anche il plesso di via Erice, a Borgo Nuovo. Uno di quelli che ancora oggi presenta i segni delle fiamme. Giardino bruciato, muro perimetrale annerito e danni al palazzo che lo hanno privato dell’agibilità. Il risultato è presto detto. Circa una decina le famiglie che sono state ospitate prima in un albergo e poi in una casa vacanze. Cittadini che, ancora oggi, non hanno potuto far ritorno alle proprie abitazioni, ai propri affetti, al luogo in cui hanno vissuto una parte importante della propria vita. Insomma, alla propria casa. C’è chi, nell’incendio di luglio 2023, ha perso praticamente tutto.
Parola ai residenti
Come Filippo Albanese, residente di via Erice che, per motivi personali, ha dovuto rifiutare la sistemazione provvisoria. Oggi vive da un nipote. “Sto cercando un alloggio dove andare a stare nel frattempo che aggiustano la casa. Ho perso tutto il mobilio. E’andato a fuoco tutto. Si sono danneggiate persino le mura“. E’ andata meglio a Vincenzo Giambona, residente al terzo piano ed anche lui al momento fuori dalla propria abitazione. “Ho qualche crepa nel mio appartamento al terzo piano. I danni sono meno ingenti rispetto ad altri condomini, ma chiaramente il palazzo è interamente inagibile. Finchè il Comune non completa le procedure burocratiche e non mette in sicurezza il palazzo, non possiamo rientrare”.
La politica il punto della situazione
Al fianco dei residenti di via Erice c’era il presidente della V Circoscrizione Andrea Aiello, il quale ha fatto il punto sulla situazione dei nuclei familiari di via Erice. “Questo mese ci sarà un altro in campo. Penso che potrà chiarire la situazione sulla struttura di via Erice. Auspichiamo che ci sia un esito positivo. Spero che nel 2024 questi signori siano nei propri alloggi“. Un’emergenza sulla quale vanno scisse le problematiche dei residenti dell’edilizia pubblica da quelle dei privati. “La concessione dello stato d’emergenza è fondamentale per i privati. Gli alloggi di via Erice sono a carico del Comune. Sull’aspetto dei privati, ci sono esigenze diverse. C’è un problema sullo stato d’emergenza sul quale ci sono stati alcuni problemi. Ora sta rientrando, anche dopo le parole del presidente Schifani. Sono convinto che la situazione si possa risolvere sia sul fronte privati che sul pubblico”.
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