Sarà riesaminata la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale per gli incendi del luglio scorso in Sicilia. Lo si apprende al culmine del vertice romano fra le due protezioni civili, quella regionale e quella nazionale, convocato dopo lo scontro fra Palermo e Roma che aveva fatto seguito al no opposto alla richiesta della Regione.La vicenda aveva creato una frattura fra il presidente della regione Renato Schifani e l’ex Presidente e attuale ministro della protezione Civile Nello Musumeci.
Che la vicenda verrà ri analizzata lo si apprende da fonti ufficiali dopo gli incontri di oggi. Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, esprime, adesso, apprezzamento per l’esito dell’incontro di questa mattina al ministero della Protezione civile sulla vicenda degli incendi nell’Isola. Nei giorni scorsi, il governatore aveva espresso vivo disappunto per la decisione del dipartimento nazionale di non concedere lo stato di emergenza per il ristoro dei danni subiti in Sicilia dai privati a causa dei roghi della scorsa estate.
A seguito della riunione di oggi tra i vertici nazionali e regionali della Protezione civile, si procederà al riesame dell’istanza di dichiarazione dello stato di emergenza così come richiesto dal governo regionale. “La Regione – dichiara Schifani – continuerà ad assicurare la massima collaborazione istituzionale su tutti quei temi che riguardano i diritti dei cittadini a ottenere il ristoro per i danni patiti a seguito di eventi straordinari ed eccezionali”.
Il dipartimento nazionale della Protezione civile procederà al riesame della istanza di dichiarazione dello stato di emergenza in Sicilia, dopo che la Regione avrà trasmesso a Roma la documentazione necessaria. In tal senso, il capo del dipartimento regionale ha comunicato di avere sollecitato i sindaci dei Comuni coinvolti a produrre i supporti documentali entro il 19 gennaio. Sono soddisfatto dell’intesa raggiunta, adesso ognuno dovrà rispettare i tempi.
La riunione era stata convocata, dal ministro della protezione civile (nonchè ex governatore della Sicilia) Nello Musumeci, dopo le polemiche, “Ho convocato a Roma i direttori dei dipartimenti della Protezione civile nazionale e regionale per un riesame della pratica relativa agli incendi estivi in Sicilia, nel tentativo di trovare una possibile soluzione”, aveva detto Musumeci a proposito del mancato riconoscimento da parte del dipartimento guidato da Fabrizio Curcio dello stato di emergenza nazionale alla Sicilia per gli incendi dell’estate 2023.
Musumeci aggiungeva che “i due direttori, Fabrizio Curcio e Salvo Cocina, già da agosto si erano confrontati sul tema, ma senza trovare una intesa per carenza di documentazione da parte della Regione. Diverso invece il discorso sulle altre calamità: solo nel 2023, infatti, all’Isola sono state destinate da Roma risorse per circa 94 milioni di euro. Il difetto sta nella relativa norma del codice di Protezione civile, che va rivista, assieme ad altri adeguamenti. Ci stiamo lavorando e presto la cambieremo”.
Prima c’era stata la durissima risposta di Schifani allo stato di emergenza negato. “Uno Stato che nega ai cittadini il risarcimento di un danno di pubblico dominio, subito per colpe o eventi altrui, e lo fa sulla base di cavilli procedurali non applicati prima, non è lo Stato in cui mi riconosco. Uno Stato che viene meno al principio della leale collaborazione dei suoi vari livelli, così come previsto dall’articolo 120 della Costituzione, non è lo Stato in cui mi riconosco”, aveva detto, duramente, Schifani.
“Contrasteremo – prosegue Schifani – questo ingiusto provvedimento in ogni sede amministrativa, giudiziaria, istituzionale e politica. Ma assicuro i siciliani danneggiati dagli incendi estivi che se lo Stato centrale li vorrà abbandonare, non lo farà la Regione da me guidata, perché la tutela della collettività di un popolo e la sua tenuta sociale costituiscono un principio sacro e irrinunciabile. Mi accingo a convocare per la giornata di domani una seduta straordinaria della giunta di governo per le determinazioni del caso”.