La Sicilia brucia, come ogni anno, più di ogni anno. E puntuali scoppiano anche le polemiche sulla gestione delle attività di prevenzione. “Perchè la prevenzione a maggio non si è fatta ma è partita solo a luglio, perché il servizio antincendio è allo sfascio, con uomini e mezzi insufficienti ad affrontare l’ondata di caldo e le prevedibili conseguenze”. Lo sostengono la Cgil e la Flai della Sicilia che annunciano la richiesta del sindacato al ministero dell’ambiente di avviare un’attività ispettiva e di verifica “a supporto di una Regione – scrivono in una nota i segretari generali Alfio Mannino e Tonino Russo – che evidentemente da sola non ce la fa ad affrontare il problema”.
Un patrimonio che rischia la devastazione
I due esponenti sindacali rilevano che “ancora una volta a pesare sulla Sicilia e sul suo patrimonio ambientale, che rischia la devastazione, sono state le difficoltà finanziarie della Regione e la mancanza una seria programmazione da parte di un governo dall’azione politica stagnante, non in grado di individuare le priorità evitando che gli interventi arrivino a tempo scaduto”.
Incertezze sul finanziamento dell’antincendio
Sono stati infatti le incertezze sul finanziamento dell’antincendio, che il governo Musumeci, metteva a carico dei fondi europei in assenza di riprogrammazione tanto da rendere necessarie le variazioni di bilancio, a ritardare l’avvio degli interventi nei boschi. “Ora peraltro – aggiungono Mannino e Russo – è intervenuta una proposta di riforma del settore forestale che non interviene su nessuna delle criticità dell’anti incendio e non prevede un suo rafforzamento in termini di uomini e mezzi”.
Si diano indicazioni alla Regione
Da qui la richiesta del sindacato al Ministero: “Si verifichi lo stato dell’arte – sottolineano Mannino e Russo – con una vera ispezione a cui seguano indicazioni alla Regione, perché il patrimonio ambientale della Sicilia non è solo una questione regionale ma è una questione di carattere nazionale”.
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