Ancora incendi di vegetazione tra Palermo e provincia nella notte trascorsa, tra sterpaglie e bosco andati in fumo. La morsa del caldo e la quasi sempre presente mano dei piromani ancora non tendono ad allentare la presa in questo territorio dove da settimane si registrano frequenti roghi quasi senza soluzione di continuità nelle aree più boscate. Questa notte i focolai sono stati individuati a Palermo città e soprattutto in provincia tra Monreale e Partinico.
Senza dubbio il rogo più complesso è stato quello scoppiato a Giacalone, frazione di Monreale alle porte di Palermo. Qui sono andate a fuoco sterpaglie lungo la strada statale 186. Fiamme anche a Palermo in via Fichi d’india, anche qui ad andare a fuoco essenzialmente sterpaglia.
Fiamme anche a Partinico in un luogo dove puntualmente si verificano ogni anno incendi nel periodo estivo. Parliamo della via Parrini, strada che per l’appunto conduce verso la caratteristica omonima borgata. I pompieri hanno lavorato per avere ragione delle fiamme che si sono alimentate per via della presenza in zona di folta sterpaglia che arriva anche a costeggiare la strada.
Due notti fa furono colpiti i polmoni verdi di Piana degli Albanesi dove per ore ha bruciato l’area di contrada Tingoli. Vigili del fuoco, forestale e protezione civile sono riusciti dopo ore ad avere ragione delle altissime lingue di fuoco. Il rogo ha interessato non solo l’erba secca ma anche parte dell’area boscata della zona.
Tre giorni fa è stata anche incendiata l’area dove dovrebbe sorgere l’agorà di Brancaccio intitolata al beato don Pino Puglisi e a Papa Francesco. La denuncia è del presidente del centro “Padre Nostro” Maurizio Artale. Le fiamme pare siano state appiccate. Il progetto esecutivo della piazza era stato regalato nel 2018 al Comune di Palermo ed era stato benedetto da papa Francesco in occasione della sua visita alla casa museo del beato Giuseppe Puglisi nel 25° anniversario del martirio del prete di Brancaccio. Dal giugno 2018 al centro di accoglienza “Padre Nostro” è stata affidata l’area dal proprietario, in comodato d’uso gratuito, proprio per questa destinazione e affinché si potesse procedere a tutti gli atti propedeutici per la realizzazione dell’agorà.