I vigili del fuoco sono stati impegnati in due incendi divampati a Palermo. Uno a Ciaculli dove le fiamme sono partite da un canneto e hanno danneggiato la condotta idrica dell’Amap.
Sono intervenute le squadre antincendio che sono riusciti in poco tempo a circoscrivere il rogo ed evitare danni alle coltivazioni e alle abitazione.
Un secondo incendio è divampato nella zona dell’Addaura in via Cristoforo Colombo. Anche qui le fiamme hanno divorato la macchia mediterranea. Sono intervenuti i pompieri che hanno spento l’incendio.
Incendio alla Chimica Arenella
Incendio poco prima dell’alba all’interno dell’ex fabbrica chimica dell’Arenella a Palermo. Ad essere appiccato intorno alle 4 il fuoco a sterpaglie e rifiuti, rogo da cui poi è scaturito una nube nera. Una colonna di fumo che si è alzata in cielo e che ha visto l’intervento immediato dei vigili del fuoco. Non sembrano essere scaturite problematiche di tipo ambientale, il fuoco è stato domato senza conseguenze.
Probabile che qualcuno sia entrato questa notte, un’area che resta abbandona ed evidentemente facilmente accessibile. I motivi dell’ingresso appaiono poco chiari. Sta di fatto che si è innescato questo incendio in una zona che è tutt’altro c he ritenuta sicura per quel che ha rappresentato a suo tempo. Molti la considerano una bomba ecologica dormiente.
Non è la prima volta che all’interno dell’ex fabbrica chimica dell’Arenella si verifica un incendio. Quello più importante si verificò nell’estate del 2016 in un giorno di grande afa e scirocco in cui ci furono tanti altri incendi. Furono gli stessi abitanti della zona che tentarono di contrastare le fiamme con le pompe per irrigare i giardini, con i secchi d’acqua passati di mano in mano. Con loro anche i carabinieri che cercarono di spegnere il fuoco a ‘secchiate’, con qualsiasi mezzo di fortuna.
L’immobile rappresenta un grande complesso di archeologia industriale vincolato dalla soprintendenza divenuto nel tempo pericolante e fatiscente. Ma costituisce anche una vera e propria bomba ecologica per la presenza di amianto, oli nocivi, rifiuti pericolosi per la salute pubblica. Un tempo qui si produceva lievito per poi passare, prima di fermare la produzione industriale, a saponi e detersivi. Un luogo ormai abbandonato da anni ma dove si sono consumate gravi violazioni ambientali sulle quali si cerca di far luce in un processo che vede imputati quattro soggetti.
La polizia municipale aveva eseguito ispezioni e sequestri, tra febbraio 2013 e luglio 2016 nell’area dell’ex chimica. Apparteneva ad una azienda privata che poi fallì e dunque subentrò la curatela fallimentare. Tra attese, ritardi ed omissioni si cerca adesso di capire chi doveva fare cosa e perché non lo ha fatto in ordine ad una bonifica dell’area.