La prima grande mostra di Fortunato Depero a Palermo: al Museo d’Arte Contemporanea Riso anche una sezione sul suo soggiorno in Sicilia nel 1926. Dal 4 ottobre al 15 gennaio.
Dalla pittura al teatro, dalla scenografia alle arti applicate, dall’editoria alla pubblicità. Fortunato Depero si è affermato tra i protagonisti del movimento Futurista, dando vita a progetti che spesso hanno anticipato i tempi.
Ed oggi è stata inaugurata una mostra a lui dedicata intitolata Depero Mito Presente, promossa e organizzata da Riso. Museo d’arte Moderna e Contemporanea di Palermo, diretto da pochi mesi da Maddalena De Luca che ne ha curato il coordinamento generale – nasce in collaborazione con il Mart di Rovereto, e intende esplorare l’attualità di Depero e quanto abbia influenzato arte, moda e design dagli anni Settanta a oggi.
La mostra sarà ospitata fino al 15 gennaio
La mostra – ospitata a Palazzo Riso a Palermo, dal 4 ottobre al 15 gennaio – è un’occasione straordinaria per ripercorrere la straordinaria carriera dell’artista di Rovereto; secondo il progetto curatoriale di Nicoletta Boschiero, sono messi in rilievo tre importanti interventi artistici di Depero: Balli Plastici 1918; il Cabaret del diavolo, 1922 e, infine, la pubblicità in relazione al soggiorno dell’artista a New York nel 1928-30.
Mostra nella mostra, una piccola ma preziosa appendice sul viaggio di Depero in Sicilia nel 1926, ospite dell’amico Guglielmo Jannelli.
Sgarbi “Depero artista fascista libero dai limiti di politica nazionalista”
“Depero è stato un artista fascista ma libero dai limiti di una politica che aveva una visione ristretta e nazionalistica – interviene Vittorio Sgarbi, presidente del Mart di Rovereto, intervenendo alla presentazione con il vicepresidente del Mart Silvio Cattani – è il vero primo grande artista italiano, non provinciale, che capisce che il rumore e il cuore del mondo sono a New York; è l’emblema stesso del Futurismo”.
Samonà “Straordinaria opportunità”
“Siamo felici di aver portato per la prima volta Depero a Palermo e al Museo Riso – dice l’assessore regionale ai Beni culturali Alberto Samonà – La sezione dedicata al suo soggiorno in Sicilia è una straordinaria opportunità per scoprire un Depero diverso, innamorato perdutamente dell’Isola”.
Le opere esposte al Museo Riso
I Balli Plastici, presentati al Teatro dei Piccoli a Roma nell’aprile 1918, sono il primo tentativo di Depero, realizzato in collaborazione con Gilbert Clavel, di sostituire l’attore tradizionale con marionette animate dalla compagnia marionettistica Gorno dell’Acqua, diretta da Vittorio Podrecca. Lo spettacolo si svolge in cinque azioni mimico-musicali, intitolate rispettivamente Pagliacci, L’uomo dai Baffi, I Selvaggi, L’Orso azzurro. La quinta scena Ombre appare solo nella serata di gala ma poi non viene più presentata. È uno spettacolo in cui attori e ballerini sono sostituiti da marionette di legno, su musiche di Casella, Malipiero, Bartok, Tyrwhitt.
Le marionette che vediamo oggi sono una ricostruzione a cura di Enzo Cogno che le riedita nel 1980 perché, conclusa l’esperienza teatrale, i fantocci vengono collocati in un magazzino (la cui spesa è sostenuta da Gilbert Clavel fino al 1922), e in seguito sono dispersi.
Con la Casa d’arte, nata a Rovereto nel primo dopoguerra, Depero viene presto coinvolto nell’allestimento del locale d’avanguardia, il Cabaret del diavolo. Inaugurato da Filippo Tommaso Marinetti il 19 aprile 1922, appare come un grandioso progetto decorativo creato da Depero con la collaborazione della ditta Lovisi di Trento e di valenti artigiani; gli verrà commissionato da Gino Gori, proprietario del locale che si trova nel sotterraneo dell’Hotel Élite et des Étrangers in via Basilicata a Roma. Depero realizza tra il 1921 e i primi mesi del 1922 un ambiente di cui progetta decori, arredi, tarsie in panno. Un progetto trasversale che ci anticipa una moderna installazione: sarà l’artista a rivestire i diversi ruoli di progettista, arredatore, scenografo, secondo quanto ideato nel manifesto Ricostruzione futurista dell’universo.
Con la sua partenza per New York, in un contesto moderno e ricettivo nei confronti delle sperimentazioni delle avanguardie internazionali, Depero mise a frutto le sue competenze nel campo della grafica, del design e della decorazione di interni, pur senza ottenere un reale successo economico. Sono di questo periodo i suoi studi per le copertine di Vogue e Vanity Fair, gli arredi per il Ristorante Zucca o la varietà delle opere esposte per la sua personale alla Guarino Gallery.
Depero arriva nella metropoli americana con la moglie Rosetta nel 1928, spinto dal desiderio di confrontarsi davvero con la modernità e forte della convinzione che l’ambiente newyorkese avrebbe accolto con favore le opere prodotte dalla sua Casa d’Arte. Fermamente intenzionato a proiettarsi in una dimensione internazionale, apre subito la filiale americana della Casa d’Arte, la Depero’s Futurist House, e inizia una serrata campagna di promozione, con eventi, locandine e manifesti. Ma a causa della grande crisi economica del ’29 e della preferenza del mercato americano per prodotti realizzati industrialmente più che artigianalmente, l’impresa fallisce e Depero ripiega sui due ambiti che, in Italia, gli avevano procurato un qualche guadagno: il teatro, e dunque collaborerà in particolare con il Roxy Théatre dell’impresario Leon Leònidoff; la pubblicità, quindi disegnerà copertine e illustrazioni per celebri riviste come Vogue, Vanity Fair, The New Yorker, in bilico tra Futurismo e gusto Déco in voga negli Stati Uniti.
Depero in Sicilia
Una piccola ma preziosa appendice è dedicata al viaggio dell’artista nel Messinese avvenuto nel 1926, ospite dell’amico e futurista Guglielmo Jannelli che lo invita a progettare gli arredi e la decorazione del Villino Mamertino a Castroreale, oggi Terme Vigliatore. Gli arredi non nasceranno mai, ma Depero trascorre circa dieci giorni in provincia di Messina e il suo soggiorno è minutamente raccontato nel manoscritto Vassoio Siciliano, in mostra a Palazzo Belmonte Riso. In questa sezione anche tre lettere autografe indirizzate alla moglie Rosetta, in cui l’artista, in un primo tempo disorientato, restituisce alla fine un affascinante spaccato della vita quotidiana nell’isola, restituendo la seduzione esercitata dall’incantevole paesaggio siciliano.
In esposizione al Museo Riso anche il famoso “Depero Futurista”, il libro imbullonato, considerato il primo “libro futurista”, pubblicato nel 1927 dall’amico di Depero, Fedele Dinamo Azari: è un manifesto programmatico del concetto di arte totale di Depero che coinvolge ogni aspetto della vita. Infatti il libro riproduce non solo pittura e scultura, ma anche i suoi arazzi, panciotti, giocattoli, cartelloni pubblicitari, cuscini, architetture e altro, realizzati tra il 1913 e il 1927. Questo esemplare proviene dalla preziosa collezione del barone palermitano Pietro Sgadari di Lo Monaco (1906-1957), acquisita nel 1981 dalla Biblioteca Centrale della Regione Siciliana. Tramite un tablet, sarà possibile sfogliare e consultare digitalmente anche le interessantissime pagine interne, di solito non fruibili. Rilegato con bulloni, quasi un gioco che si potrebbe smontare e rimontare a piacere, ricorda i giocattoli robotici creati dall’artista.
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