L’Ars sta affrontando il seguito della discussione del Defr 2018-2020. In aula ci sono il presidente della Regione Nello Musumeci, e il suo vice Gaetano Armao, assessore all’Economia. E’ arrivato in Aula a sorpresa anche l’assessore ai Beni Culturali Vittorio Sgarbi che si è seduto tra i banchi del Governo, un arrivo inaspettato dopo una giornata rovente di polemiche con il Governatore Nello Musumeci, con cui c’è stato un rapido scambio di sguardi.
“Il Defr del governo Musumeci è drammaticamente vuoto. È il primo documento con il quale l’esecutivo si presenta in aula, e non contiene nessuna scelta di indirizzo. Ci sono solo una serie di ‘auspici, di ‘titoli’ sui quali siamo tutti d’accordo: bisogna sostenere lo sviluppo, l’economia e l’occupazione. Come fare, però, non c’è scritto”.
L’ha detto Antonello Cracolici, parlamentare regionale del Pd, intervenendo in aula all’Ars nel corso del dibattito sul
Documento di Economia e Finanza regionale, annunciando il proprio voto contrario al documento del governo.
“Nel Defr le risorse impegnate sono addirittura inferiori a quelle previste in base al Pil regionale – ha aggiunto Cracolici – e le indicazioni della Corte dei Conti emerse nel corso della recente audizione in commissione Bilancio, vengono del tutto ignorate. Questo documento è un capolavoro di pressappochismo, non c’è alcuna indicazione concreta sull’indirizzo e sulle scelte strategiche dell’amministrazione”.
“Senza polemica, credo utile che il Governo ritiri questo documento e lo sintetizzi con una frase di due righe: ‘non siamo in grado di declinare gli interventi strutturali di cui c’è bisogno'”
Con queste parole caustiche, Cateno De Luca è intervenuto poco fa in Aula a Palazzo dei Normanni nel dibattito sul Documento di Economia e Finanza Regionale.
“Abbiamo persino nominato una Commissione di saggi – ha ricordato De Luca – per sentirci dire quello che conoscevamo da tempo, una lista di statistiche trite e ritrite”.
“Dal Presidente Musumeci e dall’Assessore Armao mi sarei aspettato piuttosto un documento con un’anima ed una visione. Un documento improntato alla declinazione pratica di come rimettere in sesto la scassata macchina burocratica della Regione, che invece sempre più sembra star prendendo il posto della politica”.
Da De Luca sono state poi avanzate alcune proposte operative, legate soprattutto alla gestione del personale sotto diversi aspetti.
“Il punto da cui partire è la ricognizione del personale, delle necessità di ogni singolo ente e quindi della riqualificazione e ricollocazione. Solo così potremo evitare che vi siano enti che si apprestano ad aumentare ulteriormente il bacino del personale, aumentando i costi per la Regione senza aver prima verificato se quelle risorse umane siano già presenti e disponibili altrove”.
“Non possiamo poi dimenticare – ha incalzato De Luca – che siamo la maglia nera rispetto all’utilizzo dei fondi comunitari, che nel tempo hanno portato un irrisorio aumento del PIL. E’ evidente quindi che il problema non è la mancanza di risorse quanto piuttosto la cattiva gestione che di queste viene fatta dalla burocrazia e da chi è chiamato a vigilare”.
Infine De Luca ha ricordato la proposta “che era già dell’Assessore Armao 8 anni fa, di creare un ufficio unico territoriale, provinciale, in grado di superare le faide locali e l’immobilismo dovuto alla burocrazia per le autorizzazioni e i pareri”.
“Insomma – ha concluso De Luca – le proposte non mancano ma serve la volontà di mettere mano davvero al cambiamento, oltre l’ordinario e oltre i freddi numeri delle statistiche. Tutto questo mi sarei aspettato dal Governo di Nello Musumeci, ma purtroppo sembra che la strada intrapresa sia diversa”.
“Se pensate che mi voglia consegnare ostaggio di qualcuno, scordatevelo. Se serve un confronto facciamolo qui in aula alla luce del sole, ma se qualcuno pensa che io prima di entrare in aula debba passare dal capo-corrente di turno per avere il suo voto, scordatevelo. Non avrei alcuna difficoltà a restituire la parola ai siciliani. Non intendo perdere la mia dignità”. Così il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, rivolgendosi all’aula.
“È stato un dibattito in parte serio e in parte fortemente demagogico, è il segnale evidente di un’aria di inquietudine in quest’aula – ha detto Musumeci – Pensare che il peso della responsabilità debba cadere solo sul presidente e sul governo, è un atteggiamento del tutto sbagliato”. Musumeci aggiunge: “Ho rispetto per il ruolo delle opposizioni, ma qui non si può giocare al ‘tanto peggio tanto meglio’, qui ognuno di noi è chiamato a dare risposte”. “Le opposizioni non sono state elette per mettere il bastone fra le ruote al governo, sono state elette per fare del bene alla Sicilia – prosegue – Ho ammesso di non avere una maggioranza perché la legge elettorale non ha previsto un premio di maggioranza che sia stabilità al governo. Ed allora, perché non permettere al governo di proporre al Parlamento alcune leggi di riforma che servono alla Sicilia?”.” Pensate che sia corretto quello che sta succedendo? – ha poi concluso – Io apro la porta al confronto e quella stessa porta mi viene sbattuta in faccia. Sono davvero deluso da una parte del dibattito che ho ascoltato stasera”.
(Immagini archivio)
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