Le aree industriali vanno incontro ad una crisi senza precedenti. Sono sommerse da un debito di oltre 300 milioni che cresce con un ritmo di 100 mila euro al mese.
Venerdì scorso l’assessore alle Attività produttive, Mariella Lo Bello, ha nominato i sei commissari che dovranno mettere ordine negli undici consorzi prima della definitiva liquidazione. Inoltre, sta lavorando alla costituzione del nuovo consiglio di amministrazione dell’Irsap che dovrà ereditare le funzioni dei vecchi enti in liquidazione.
Ma le prospettive per il futuro sono tutt’altro che rassicuranti. Lo conferma al Giornale di Sicilia Carmelo Viavattene, al momento il dirigente più alto in grado nell’Irsap, che spiega: “In questi casi per chiudere i bilanci l’unica alternativa è quella di aumentare i canoni alle imprese per i servizi offerti, perché senza altre risorse i costi sono insostenibili”.
L’assessore Lo Bello è decisamente contraria a questa ipotesi. E in questi giorni le frizioni non sono state poche.
Viavattene ha predisposto un atto per consentire il trasferimento del personale dai vecchi consorzi Asi all’Irsap, non includendo però 35 precari e scatenando le proteste dei sindacati.
Così dal dipartimento è arrivata la richiesta di revocare il provvedimento.
La crisi delle Asi affonda le sue radici nel tempo. Gli 11 consorzi erano nati per gestire le aree industriali dell’Isola offrendo servizi e strutture alle imprese ma non hanno mai funzionato in maniera troppo efficiente. Nel 2012 l’Ars varò la riforma che avrebbe dovuto portare alla loro chiusura. Gli immobili delle Asi sarebbero andati in vendita, il 70 per cento dei ricavi utilizzato per ripianare i debiti ed il 30 per cento diretti nelle casse della regione. Ma questo procedimento non ha mai avuto il via.
Per le Asi, che nel frattempo ricevevano sempre meno soldi dalla Regione, è stato l’inizio di una discesa nel baratro, accumulando debiti su debiti.