Domenica 5 settembre alle ore 18,30 nel quartiere palermitano di Danisinni si festeggia la Santuzza, Santa Rosalia, nell’ambito delle iniziative organizzate per il “Festinello 2021”, con una mostra evento sui tradizionali “Triunfi” che coniuga arti visive, teatro, relazione e tradizione, tra gli spazi del museo sociale Danisinni e dell’orto-fattoria “Parco Sant’Agnese”.
“Triunfi: Rusulia, patruna di lu suli, di la luna e di li stiddi” è un piccolo “Festinello” di Danisinni che recupera gli echi di una tradizione popolare che affiancava la grande festa ufficiale, e che si animava con eventi diffusi nei vari quartieri, dove si innalzavano piccole edicole votive, si ascoltavano i racconti degli “Orbi”, si mangiava e si ballava insieme. Domenica triplice appuntamento: inaugurazione della mostra personale di Nicola Console con opere di piccole e grandi dimensioni, burattini e “opere indossabili” protagonisti, tra l’altro, dell’opera di video-arte realizzata con Rossella Puccio, proiettata in anteprima durante l’inaugurazione; i suoi “sacchi sacri indossabili” saranno inoltre vestiti dalle attrici e dagli attori di DanisinniLab, durante lo spettacolo sui triunfi con la regia di Gigi Borruso, la collaborazione di Stefania Blandeburgo e le musiche dal vivo di Giacco Pojero.
L’evento, ideato e curato da Valentina Console, presidente del museo sociale Danisinni in collaborazione con l’artista palermitano Nicola Console e il regista Gigi Borruso, direttore di Danisinni Lab, è promosso dal Comune di Palermo e dall’assessorato alle Culture all’interno del Festinello 2021. “Triunfi: Rusulia, patruna di lu suli, di la luna e di li stiddi” inaugura con l’occasione una nuova stagione per il museo sociale e il suo laboratorio di teatro di comunità DanisinniLab, che dopo un lungo periodo di fermo, tornano a operare sul quartiere dando vita a eventi e operazioni che hanno un valore sociale oltre che artistico. “Il museo sociale Danisinni – spiega la presidente Valentina Console – nasce con lo scopo di dialogare con il territorio mettendolo in relazione con l’arte e con il resto della città. Qui l’arte si riappropria dei valori intrinsechi e innesca dinamiche relazionali innovative”.
Il “Triunfo” che alimenta la speranza attraverso l’esempio della vita della santa, qui celebra l’uomo alle prese con la difficile esperienza dello stare al mondo. Per le strade e i vicoli del quartiere Danisinni, durante i festeggiamenti per Santa Rosalia, la gente ha assistito a delle scene insolite dove delle figure sacre, dei simulacri, si sono animate interagendo in questo particolare contesto. Chi si è trovato da queste parti, in quei giorni, non può non aver avuto la sensazione di partecipare ai preparativi di un rito, a qualcosa d’inequivocabile, per genere di rappresentazione, eppure di frammentario e incompiuto. La mostra sarà visitabile gratuitamente la mattina presso la sede del museo sociale Danisinni, vicolo Ganci 9 a Palermo, dietro appuntamento telefonico.
Ancora una volta, l’arte dialoga direttamente con il territorio di Danisinni e la sua comunità, e lo fa a partire dalle opere di Nicola Console artista e scenografo palermitano, che da anni vive e lavora a Milano. “Cosa faranno più figure di Cristo animate insieme? E perché mai tante Madonne? – spiega l’artista – Quello che è certo è che s’intende mettere in contatto la collettività, che sbiadisce sempre più i propri riferimenti spirituali e le immagini della trascendenza, almeno quelle dell’ultima grande mitologia. La questione centrale risiede nel contenuto della storia, che riguarda ognuno di noi: la nascita dell’eroe, che esperimenta la progressiva attivazione della propria autocoscienza, già dal distacco dall’elemento materno, che si misura con una natura duplice essendo, in un primo momento, un uomo fra gli altri e, successivamente, quello che si sente come estraneo di fronte al collettivo, trovando in se stesso qualcosa di straordinario e divino”. Le opere esposte, un corpus di 29 pezzi di grandi e piccole dimensioni, sono sacchi neri di tela cuciti a mano su cui l’artista, con l’uso di solo acrilico bianco e attraverso i valori cromatici del bianco e nero, sviluppa in senso moderno la tradizione iconografica della pittura devozionale umanistica. Deposizioni, pietà, immagini della morte e della resurrezione ispirati a opere rinascimentali, che richiamano alla memoria le opere di Bellini e Bramantino. «La storia che si accingeranno a raccontare – continua a spiegare l’artista – è una storia antica che si svolge nel presente. Opere indossabili, come grandi marionette umane che hanno dialogato con lo spirito devozionale e la cultura popolare della nostra città, e che hanno dato vita a un’operazione di arte relazione che ha coinvolto tutta la comunità di Danisinni documentata all’interno dell’opera di videoarte “Triunfi. I sacchi di Palermo”, ideata e realizzata dagli artisti Nicola Console e Rossella Puccio.
Nicola Console e Rossella Puccio hanno dato vita a un’opera che rielabora la documentazione video di una piccola processione artistica estemporanea realizzata nel corso di tre giornate a Danisinni, in cui i “sacchi sacri indossabili” di Console sono stati animati da attrici e attori di DanisinniLab, sfilando attraverso gli spazi e i luoghi nodali del quartiere Danisinni. Riprese in presa diretta hanno registrato le emozioni e le reazioni di grandi e piccoli di fronte a queste grandi figure simulacro in bianco e nero che si muovevano intorno agli spazi comunitari. Gli scorci di un quartiere antico e affascinante, con le sue contraddizioni e questa umanità impegnata nel proprio riscatto, fanno da scenario a una performance che genera relazione, come negli spettacoli di strada del “Bread and Puppet Theatre” che a partire dagli anni ’60 usando elementi simbolicamente significativi come il pane e i pupazzi (e marionette, di dimensioni gigantesche) sfilava per piazze e strade distribuendo alla fine il pane agli spettatori. L’arte come pane per la vita, strumento di relazione e condivisione; ma anche azione politica che racconta le fragilità e contraddizioni della nostra società, effimera e allucinati, alle sue marginalità, con un messaggio diretto alla presa di coscienza e alla chiamata all’azione di ogni individuo. Con un registro ironico e a tratti grottesco, con una documentazione emotiva senza filtri o alcuna recitazione si racconta uno spaccato di Palermo tra passato e presente. Ancora una volta la comunità di Danisinni ha mostrato la capacità di avviare relazioni profonde, interagire senza chiusure e dialogare in una dimensione diversa dal proprio quotidiano.
Gigi Borruso, direttore di DanisinniLab, riprendendo le forme dei tradizionali Triunfi dedicati a Santa Rosalia riscopre e restituisce nella sua regia il senso di una festa antica che anche quest’anno non ha percorso le strade di Palermo. La Città ogni anno si appella a Rusulia, alla sua memoria, al tempo mitico in cui il male fu vinto e la vita riprese il suo ciclo, temprata dalle sofferenze patite. Lo spettacolo si riconnette al senso della promessa, dell’attesa e della rinascita così strettamente legati al culto di Rosalia e – inevitabilmente – al momento storico che stiamo vivendo. “Questa tensione, fra la fatica della vita, con le sue difficili prove e la promessa della rinascita, è poi la tensione che anima da sempre l’esperienza teatrale – spiega Gigi Borruso -. Così il “Triunfu” celebra quell’esplosione della vita dopo il patimento che connette il trascendente con la terra, il cielo con la vita degli uomini. E la figura di Rosalia nella tradizione popolare assorbe in sé tutte le qualità e i poteri del trascendente femminile, della madre spirituale della vita. Non è quindi curioso che, partendo dalla rievocazione della tragica peste che colpì Palermo fra il 1624 e il 1625, gli attori di DanisinniLab indossino le tuniche dipinte di Nicola Console, opere ‘da indossare e da animare’ che interpretano le infiniti varianti della deposizione del Cristo, le infinite varianti della madre che accoglie il figlio fra le braccia. Un esperimento che intreccia l’arte visiva e con la dinamica del gesto teatrale. Per venirne fuori con un’esplosione di gioia e celebrare con il gioco, infine, il miracolo della vita che rinasce, il nuovo ciclo della terra”.
“La Montagnola di luminarie” è stata organizzata dalla Vm agency group per il Festinello di Santa Rosalia. L’installazione verrà accesa stasera, 4 settembre, alle 20, nel giorno della festa della santa. Un’iniziativa che rientra nell’ambito delle attività della festa religiosa del mese di settembre “Festinello”, organizzate dall’amministrazione comunale di Palermo in onore di Santa Rosalia. La “montagnola” simboleggia la salita al santuario di Santa Rosalia lungo il Monte Pellegrino. Un’installazione che è ideata dagli allievi del corso di teatro della festa dell’accademia di belle arti, tenuto dallo scenografo Fabrizio Lupo. Verrà allestita al centro della Piazza Monte di Pietà, di fronte l’antica edicola del 1624 dedicata a Santa Rosalia. L’installazione è realizzata su progetto di Silvia Maimone in collaborazione con Chiara Spatola, due allieve dell’accademia di belle arti. “Continua a manifestarsi la grande devozione dei palermitani per Santa Rosalia con l’accensione della Montagnola in piazza Monte di Pietà. Nell’anno in cui, durante il Festino, la fede alla Santuzza è stata vissuta profondamente ma in maniera sostenibile per proteggere il valore della salute della comunità, le luci della Montagnola in questi tempi difficili illuminano il cammino dei palermitani”, afferma il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. “Anche quest’anno riviviamo l’accensione della Montagnola nella Piazzetta di Monte di Pietà dove viveva il saponaro Vincenzo Bonelli. Il quartiere intero ha nutrito da sempre particolare e sincera devozione nei riguardi di Santa Rosalia che si manifesta non soltanto nei giorni canonici dei festeggiamenti di luglio e settembre, ma che continua in ogni periodo dell’anno attraverso vere e proprie azioni di custodia da parte degli abitanti dei luoghi e del racconto della Santuzza”, sottolinea l’assessore alle Culture di Palermo, Mario Zito, che prosegue: “In questo momento storico particolare la Montagnola diventa anche luogo di riferimento simbolico per la città-comunità e rimanda inevitabilmente alla tradizionale acchianata al santuario di Monte Pellegrino che anche quest’anno, per le inevitabili conseguenze dovute all’emergenza pandemica, verrà rimandata”, ha concluso l’assessore Zito. “Un’installazione che rappresenta l’apparato festivo del Monte Pellegrino con la grotta per l’esposizione della copia della statua di Santa Rosalia giacente del Santuario. Le luminarie sono state ideate secondo i moduli della tradizione palermitana di archi su palo dalla collezione della famiglia di luminaristi Ribaudo”, spiega lo scenografo Fabrizio Lupo, che prosegue: “Un’opera realizzata nel rispetto comunque del sentimento di devozione che da tempo gli abitanti del quartiere Capo nutrono nei confronti di Santa Rosalia. Ai lati della scala, che conduce metaforicamente al monte sacro, sono poste delle pietre che raffigurano la tradizionale salita al santuario. Si tratta di vere e proprie pietre, non sassi finti di materiali plastici scenografici, che vogliono rievocare la memoria del maestro Pirriaturi del Capo Pietru Fudduni, autore del poema La Rosalia, colui che secondo la leggenda partecipò alla costruzione della Scala Santa nella seconda metà del ‘600”, conclude lo scenografo. “La tradizione si ripete. La possibilità di realizzare per il secondo anno consecutivo questa opera è un’importante segnale di ripresa. Una lenta ripresa verso un concetto di normalità, verso un’attività che rispetta le tradizioni. Non vogliamo venire meno a questo quattro settembre, festa di Santa Rosalia, nel ricordo della nostra santuzza di Palermo”, afferma Vincenzo Montanelli della VM Agency Group, che prosegue: “La Montagnola rappresenta un punto importate per la città ed il quartiere, noi con il nostro impegno vogliamo tenere alta l’attenzione nei confronti delle tradizioni. Speriamo che si possa portare avanti un’idea rosea, prospettica e ottimistica di un futuro che ad oggi appare incerto. Speriamo che la nostra Santuzza ci venga incontro affinché la città possa riappropriarsi dei suoi spazi. La realizzazione di questa Montagnola, voluta dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, vuole dare al quartiere Monte di Pietà, dove nasce il Festino nella città di Palermo, un senso di continuità e di valori alti verso la fede”, conclude Montanelli.