Daniela Cardinale deputata nazionale del Partito Democratico e figlia dell’ex Ministro Salvatore Cardinale leader di Sicilia Futura, lascia il Pd e transita al gruppo misto alla Camera. La notizia di per sé potrebbe essere una delle tante ma la scelta arriva dopo un periodo di guerra fredda fra la deputata ed il partito, e fra l’intera formazione del padre e l’area di sinistra con chiare fughe verso destra tanto alla Regione quanto nelle amministrazioni locali.
La giovane deputata, ormai al suo terzo mandato, era stata la causa dell’insurrezione del Pd nisseno in occasione della candidatura proprio nelle file del Pd e adesso arriva l’addio al partito e l’adesione al gruppo misto.
Una scelta, messa nero su bianco lo scorso 19 giugno ma ufficializzata il giorno dopo anche se le notizie vere sarebbero quelle non ancora ufficiali. Il gruppo misto sarebbe soltanto una stazione di transito. Daniela Cardinale sarebbe in viaggio in direzione Forza Italia con approdo previsto nelle prossime settimane, magari in piena estate quando l’attenzione mediatica è un po’ meno pressante.
I rumors dei corridoi della politica sono abbastanza forti e parlano di un accordo già raggiunto fra papà Cardinale e l’area Miccichè di Forza Italia. Alla deputata a che stava stretta dentro al Pd nel suo terzo mandato sarebbe stata garantita la candidatura in area azzurra per le prossime politiche che, secondo il centrodestra, non dovrebbero essere lontane. I siciliani sono convinti che si andrà ad elezioni anticipate già il prossimo anno perché il governo gialloverde cadrà e comunque, anche se non dovesse accadere nel 2020, non arriverà arriverà a scadenza di mandato.
Di fatto Daniela Cardinale sarebbe l’avanguardia per il passaggio di tutta Sicilia Futura in Forza Italia o quantomeno per una sorta di federazione con il nuovo centrodestra a trazione Lega in via di costituzione. Insomma la formazione dell’ex Ministro replicherebbe da questo lato della barricata quanto fatto a sinistra con il Pd al tempo di Crocetta.
D’altronde i segnali ci sono tutti. I due deputati regionali della formazione votarono Miccichè quale presidente dell’Ars nella votazione a sala d’ercole e ottennero la deroga per formare gruppo a sé nonostante non fossero in numero sufficiente. Più di recente in occasione delle Europee il patto elettorale apparve chiaro e venne sancito con la cena del ristorante Cacciatore e il sindaco di Messina Cateno De Luca a fare da pontiere.
Infine Miccichè deve frenare la fuga da Forza Italia e in questo modo punta a sostituire un Genovese che va via con più di un Cardinale che quantomeno si allea. E mentre Musumeci litiga con gli altri centristi della coalizione per il nuovo gruppo, forza Italia lavora sotto traccia.
E per spegnere la polemica sul presunto isolamento dei forzisti siciliani rispetto alla formazione nazionale oggi arriva anche l’uscita di Toni Scilla, commissario di Forza Italia Trapani e dato per assessore designato nei giorni scorsi anche se fonti attendibili interne a Forza Italia smentiscono il turn over con Bandiera. Scilla ricostruisce diversamente le scelte dei coordinatori nazionali azzurri. “Come sempre il Presidente Berlusconi ha trovato la giusta ed appropriata soluzione per il rilancio del nostro movimento. Ottima la scelta di affidare al duo Toti-Carfagna il coordinamento nazionale di Forza Italia, fino alla celebrazione del congresso da tenersi entro fine anno” dice Scilla che è Commissario di Forza Italia nella provincia di Trapani.
Intanto “La scelta di Mara Carfagna mette in evidenza inequivocabilmente la vittoria della linea politica intrapresa e perseguita dal nostro commissario regionale Gianfranco Miccichè. Serve un vero ed efficace rilancio socio economico del mezzogiorno d’Italia. Al Sud serve più scuola, più sanità, più ferrovia, più strade, più agricoltura, più pesca. Tutto questo per recuperare il gap con le altre regioni eliminando completamente la diversa velocità con cui camminano il Nord ed il Sud della nazione. Mara Carfagna – aggiunge Scilla – è l’interprete naturale di questa proposta politica fortemente territoriale e meridionalista, assolutamente vincente, come dimostra il 17% conseguito in Sicilia dal Presidente Miccichè nelle ultime elezioni europee. Una proposta politica in grado di assicurare a Forza Italia il corretto equilibrio, inclusivo e non divisivo, tra istanze nordiste e sudiste ed il naturale, appropriato ed imprescindibile ruolo all’interno del centro destra che, prima possibile, deve tornare a governare l’Italia per realizzare le riforme liberali e liberiste già avviate dai precedenti governi Berlusconi per assicurare benessere e prosperità a tutti gli italiani. Spero – conclude Scilla – che al più presto, iniziando magari dalla Sicilia, Gianfranco Miccichè e Mara Carfagna possano determinare un momento di incontro/confronto con tutti quelli che nel partito, e non solo, vogliono impegnarsi a rifare grande il nostro movimento all’interno di un grande centro destra di governo”.