Turismo settore guida per lo sviluppo dell’Isola. Grande presenza di imprese artigiane che in Sicilia operano in attività economiche a vocazione turistica: 16.368 sono le imprese registrate al 2° trimestre 2016 e rappresentano il 25,3% del totale del tessuto imprenditoriale interessato dalla domanda turistica nel Mezzogiorno. In più, nell’artigianato il peso delle imprese coinvolte nel settore è pari al 21,8% del totale dell’artigianato regionale ( 75.203 è il numero complessivo delle Pmi artigiane nel territorio), percentuale superiore di 6 punti rispetto alla media nazionale che si attesta al 15%. Seguono Campania (21,3%), Calabria (19,1%) e le altre regioni del Sud Italia.
Cifre che collocano l’Isola al primo posto fra le regioni del Mezzogiorno per il maggior numero di Pmi interessate al turismo. Lo documenta l’elaborazione dell’Ufficio studi di Confartigianato su dati Unioncamere-Infocamere, diffusa lo scorso 31 ottobre nel corso della Convention del Mezzogiorno di Confartigianato, che quest’anno si è svolta a Reggio Calabria, confermando come il turismo sia un settore dinamico e dalle grosse potenzialità.
«A fare da traino, sono alcuni comparti chiave- spiega Andrea Di Vincenzo, segretario regionale di Confartigianato Sicilia, commentando la dinamica delle imprese siciliane analizzata dall’Osservatorio di Confartagianato Sicilia- individuati in nove ambiti: l’Agroalimentare con 5.421 imprese, Altre attività manifatturiere e dei servizi con 3.826 aziende, Ristoranti e pizzerie con 2.991 imprese, Bar, caffè, pasticcerie con 1.682 imprese, Trasporti con 1.225 imprese, Abbigliamento e calzature con 1.160 imprese, Attività ricreative, culturali, intrattenimento con 54 imprese, Giornali, guide editoria con 8 imprese, Strutture ricettive con una sola azienda. Particolarmente rilevanti anche le Altre attività manifatturiere e dei servizi con 3.826 imprese- prosegue Di Vincenzo- in cui sono comprese importanti attività dell’artigianato della fotografia, gioielleria e bigiotteria, ceramica e vetro, delle lavorazioni artistiche del marmo, del ferro, del rame e dei metalli, cure per animali domestici, dei centri benessere e palestre».
In Sicilia il tasso di imprese del comparto artigianale rimane invariato rispetto al 2° trimestre 2015 (-0,2%), performance migliore se confrontata al calo dell’1,6% registrato dal totale delle imprese artigiane del Sud. Nella regione è Catania a registrare la crescita più elevata nell’artigianato turistico, con un incremento dell’1% pari a 3.718 imprese, risultato migliore fra tutte le province del Mezzogiorno. A seguire Palermo con 3.468 imprese turistiche, Messina con 2.461 imprese, Agrigento con 1.432, Trapani con 1.451, Siracusa con 1.292, Ragusa con 1.106,Caltanissetta con 789 e per ultima Enna con 651 imprese. «Questi dati provano che malgrado l’arretratezza infrastrutturale della Sicilia, che da sola “conquista” l’80% di gap infrastrutturale di tutto il Paese- commenta Filippo Ribisi, presidente della Federazione regionale degli artigiani- il turismo è vivo e rappresenta il settore guida dell’economia dell’Isola. Questo il motivo per cui oltre 16 mila imprese artigiane che operano nel territorio, sono ad esso collegate. Basti pensare che fra le regioni con più prodotti di qualità, la Sicilia che ne ha 29 prodotti, è terza nella classifica regionale italiana. Ora dovrebbero essere i nostri governanti a far tesoro di questi numeri, lavorando seriamente su quelle carenze infrastrutturali, vero freno per lo sviluppo dell’Isola».
Tra le 36 province del Mezzogiorno, Palermo è seconda per maggiore quota di artigianato potenzialmente interessato da attività turistiche (23,7%), preceduta solo da Napoli (24,0%). Seguono Agrigento (23,6%), Caltanissetta (22,8%), Reggio Calabria (22,6%), Catania (21,9%), Messina (21,7%), Caserta (21,0%), Siracusa (20,8%), Trapani (20,7%), Enna (20,4%) e Crotone (19,4%).