I giudici del tribunale di Palermo hanno restituito la patente di guida a un sorvegliato speciale che gli era stata revocata dal prefetto di Palermo in esecuzione del decreto di sottoposizione alla misura di prevenzione antimafia, della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.
Un monrealese di 40 anni, assistito dagli avvocati Giada Caputo e Francesca Fucaloro, ha presentato ricorso contestando la legittimità del provvedimento di sequestro. I giudici accogliendo il ricorso disponevano la revoca del provvedimento emesso dal prefetto di Palermo e ordinavano alla motorizzazione civile la immediata restituzione del documento di giuda.
I fatti risalgono al 2023 quando il tribunale per le misure di prevenzione applicava all’uomo la misura della sorveglianza speciale in quanto soggetto socialmente pericoloso ed in grado di abusare del possesso del documento di circolazione. I difensori in sede di ricorso richiamavano una recente sentenza della corte costituzionale che considerava non più obbligatorio da parte del prefetto il sequestro della patente, ma facoltativo e tale da consentire lo svolgimento della attività lavorativa e il reinserimento sociale del sottoposto. Il tribunale accogliendo il ricorso dei difensori annullava il decreto del prefetto e ordinava la restituzione della patente.
“Abbiamo apprezzato il provvedimento del Tribunale – hanno affermato Giada Caputo e Francesca Fucaloro – che ha richiamato la sentenza dei giudici costituzionali che hanno affermato il principio che il sequestro non è più obbligatorio, ma facoltativo e deve tenere conto della opportunità che chi è sottoposto a misura di prevenzione deve essere posto in condizioni di svolgere attività lavorativa dimostrando di essere in condizioni concrete di reinserirsi nel cointesto sociale. Siamo certi che questa sentenza del tribunale di Palermo ha affermato un principio che potrà consentire a molti sottoposti a misura di prevenzione di evitare il sequestro della patente di guida”.
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