Il traffico di reperti archeologici in Sicilia è una delle piaghe più diffuse e meno esplorate anche se i Carabinieri tutela Patrimonio artistico sono fortemente impegnati nel settore e, qualche volta, anche la Finanza ha messo in pratica operazioni simili.
La più consistente operazione di recupero con arresti risale a poco più di un anno fa ed è avvenuta a febbraio del 2015
in quella occasione mille reperti archeologici furono recuperati e sedici persone indagate in una operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta e condotta dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Palermo in collaborazione con il nucleo investigativo di Caltanissetta.
L’inchiesta, denominata “Demetra”, aveva permesso di scoprire un vasto commercio di reperti archeologici, gestito da un’organizzazione criminale con base operativa nel nisseno e ramificazioni nel nord Italia.
Il gruppo avrebbe gestito gli scavi clandestini e la vendita dei beni che tramite dei corrieri venivano consegnati a facoltosi collezionisti privati sparsi nel nord Italia.
L’organizzazione era anche specializzata nella contraffazione di beni archeologici destinati alla vendita. A occuparsene due artigiani catanesi nei cui laboratori sono state trovate oltre 800 monete taroccate.
Oggi scatta una nuova operazione su vasta scala della quale si saprà di più nel corso della giornata
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