Un’analisi dell’andamento del settore agricolo italiano è fondamentale per l’economia del Paese minacciato dagli eventi climatici estremi. Il settore agricolo è uno dei comparti più colpiti dal cambiamento climatico. In un anno complesso come il 2023, caratterizzato da eventi drammatici come inondazioni, forti piogge e alluvioni, che si sono alternati a periodi di prolungata siccità, alcune attività ne hanno risentito.
Le attività agricole più colpite dal calo dei volumi
In base ai dati Istat, nel 2023 si riducono in volume la produzione dell’agricoltura (-1,4%) e le unità di lavoro (-4,9%), in linea con i Paesi dell’UE che registrano un calo nella produzione (-1% in volume) e nell’occupazione (-1,5%). Proprio il fattore climatico ha determinato volumi in calo nelle coltivazioni (-2,4%), nelle attività dei servizi agricoli (-2%) e nel comparto zootecnico (-0,8%). In flessione soprattutto i comparti del vino (-9,5%), patate (-6,8%), frutta (-5,3%) e olio d’oliva (-5%). In controtendenza, invece, le coltivazioni industriali (+6,2%), cereali (+3,2%) e ortaggi freschi (+2,8%).
In Sicilia l’11,9% delle aziende
Le difficoltà del settore agricolo, con la conseguente riduzione della produzione agricola, hanno importanti ripercussioni anche sull’economia del territorio in cui le imprese agricole operano. Per questo ci siamo chiesti in quali aree geografiche sono più presenti le aziende che a vario titolo operano nel comparto. La risposta a questa domanda si trova in una elaborazione dei dati effettuata da Cribis, che fotografa la distribuzione delle imprese del settore agricolo, che si occupino di attività quali la coltivazione, la raccolta, il commercio, l’allevamento, la silvicoltura e l’attività di supporto.
Quella del Sud e Isole (47,5%) è l’area geografica a maggiore densità di realtà operanti nel settore, trainata da Puglia (12,9%), Sicilia (11,9%), Campania (8,5%) e Calabria (5%).
Al Centro (17,1%) e al Nord (35,45%) si distinguono per numero di aziende agricole: Veneto (9%), Emilia-Romagna (8%), Piemonte (6,6%), Toscana (6,1%), Lazio (5,2%) e Lombardia (5,3%). Le restanti regioni sono sotto il 5%.
In agricoltura le attività sono principalmente costituite come Impresa individuale (83,3%), con grande distacco verso forme legali diverse, come la Società di persone (10,8%) e la Società di capitali (5,7%).
Numeri positivi per fatturato e dipendenti
In attesa di fare delle valutazioni sui risultati economici del 2023, conforta sapere che il fatturato e il numero dei dipendenti negli ultimi anni è costantemente cresciuto.Nel dettaglio gli addetti sono stati: 940 nel 2021, 594 nel 2022 e 618 nel 2023.
Il fatturato invece ha fatto registrare questo andamento: 622.209.070 euro nel 2020, 223.216.683 euro nel 2021 e 185.513.323 euro nel 2022.
Il settore agricolo italiano e la sfida dell’innovazione
Con una attitudine digitale bassa nel 94,6% dei casi e uno score innovazione alto e medio-alto solo nell’1,4% delle realtà totali, l’agricoltura italiana si trova oggi a dover investire sull’innovazione per restare competitiva. Non è un caso che il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti abbia sottolineato l’importanza di prevedere un Piano straordinario per l’agricoltura. Del resto, stiamo parlando di un comparto strategico in termini economici, culturali e sociali, che non può essere trascurato. Per guardare al futuro con serenità, sarà fondamentale prendere precauzioni contro il rischio di eventi climatici estremi e impegnarsi ancora di più nel contrasto del cambiamento climatico. Un impegno che dovrà essere portato avanti con vigore tanto dalle istituzioni quanto dalle imprese. E in tutto le politiche agricole dell’UE avranno un ruolo fondamentale.
Fonte: Cribis
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