Hanno aperto il tempio del Grande Oriente ai giornalisti. Un viaggio nel passato tra simboli e mistero che ha sempre comunque la pensiate affascinato per secoli.
I massoni di Palermo, impiegati, avvocati, bancari, ma anche operai e disoccupati sono stati accanto al gran maestro Stefano Bisi nella sede che si trova piazzetta Speciale 9 alle spalle di piazza Bologni a Palermo.
Un palazzo antico, con diverse sale e due tempi: uno più piccolo e uno più grande. “Siamo così segreti – scherza Bisi giornalista nato a Siena – che il posteggiatore abusivo che si trovava nei pressi della sede ci ha detto che sapeva che l’incontro di domani si sarebbe svolto non qui in piazzetta Speciale ma in un hotel”.
Bisi oggi si è sottoposto alle domande dei giornalisti che chiedevano conto di quanto sta succedendo con la commissione antimafia che chiede gli elenchi dei massoni di Sicilia e Calabria. Don Ciotti che nell’intervento a Locri associa mafia e massoneria. Nei giorni scorsi lo Scico della Guardia di Finanza ha sequestrato gli elenchi di tutti gli iscritti in Calabria e Sicilia al Grande Oriente d’Italia.
Giorni difficili. “È stato commesso un atto che fa male alla democrazia del nostro Paese – ha detto Bisi – Vanno colpiti i reati non le intere associazioni”. Poi cita Bertolt Brecht. “Quanto successo è gravissimo e potrebbe capitare a chiunque. Ma noi ci difenderemo”.
A fine febbraio il Grande Oriente d’Italia ha istituito un Collegio difensivo per la tutela del diritto di associazione nell’intento di sviluppare una serie di iniziative a difesa sia degli iscritti che dei diritti fondamentali in tema di libera associazione, “così come garantita – spiegano dal Grande Oriente – dalla Carta costituzionale e dalla normativa comunitaria”. Il Collegio è stato incaricato di valutare e promuovere “tutte le iniziative, anche giudiziarie, dinanzi alle competenti sedi istituzionali”.
I cronisti chiedevano conto delle inchieste a Palermo, Messina, Agrigento e Trapani. Ci sono pentiti che parlano e tirano in ballo la massoneria e il Grande Oriente. “Le inchieste vanno avanti. Se sono coinvolti liberi muratori questi vengono sospesi”.
In Sicilia i massoni sono 2300. Il numero più consistente è a Palermo circa 900, Poi Messina 400, e Catania 300. Ci sono logge anche a Termini Imerese e in piccoli centri come Noto, Castelvetrano. Se ne sta aprendo una a Modica.
La Sicilia per associati è al terzo posto dopo la Toscana con 3050, la Calabria 2650 e poi la Sicila 2350.
Alla fine della lunga conferenza stampa, nonostante le telecamere, le macchine fotografiche, il mistero che aleggiava in quei luoghi è rimasto intatto. E forse lo resterà ancora perchè è così che va avanti da secoli.
“Gli elenchi – ha aggiunto Bisi – li ha chiesto l’inquisizione, il fascismo che è entrato a Palazzo Giustiniani per prenderli. Adesso la commissione antimafia. E’ un fatto grave. Gravissimo e spero che ve ne rendiate conto, e citando Brecht, prima che vengano a prendere anche voi”.
Commenta con Facebook