Per entrare nell’organizzazione un nuovo bird, uccellino, doveva essere sottoposto ad un rito violento. Uno di questi riti di iniziazione è stato registrato da una delle microspie piazzate dagli agenti della squadra mobile a Ballarò. Il nuovo componente viene spogliato e spinto per terra, preso a calci e pugni, poi costretto a bere un intruglio del suo sangue e delle sue lacrime.
I componenti della confraternita feriscono con un rasoio il nuovo adepto e poi con il peperoncino fanno lacrimare l’occhio. L’intruglio composto anche di alcool e tapioca viene ingerito. Se si tradisce l’organizzazione il capo può estirpare gli occhi al traditore.
L’organizzazione viene prima di tutto anche della propria vita. Al rito partecipano solo alcuni membri che seguono un rigido protocollo. L’iniziato viene sottoposto a gravi atti di violenza che servono in qualche modo a testare la serietà delle sue intenzioni, la sua ubbidienza e la sua fedeltà.
L’organizzazione ha un rigido sistema di regole e le trasgressione si applicano severe sanzioni per lo più corporali agli associati. L’associazione ha una cassa che si forma grazie al denaro raccolto dagli affiliati anche al momento dell’iniziazione a cui attinge anche per pagare le spese legali per gli associati in difficoltà.
Quanto accertato dagli agenti della squadra mobile con indagini tradizionali e con intercettazioni confermano quanto racconto da due collaboratori di giustizia nigeriani che hanno iniziato a scoperchiare la violenta organizzazione.
La collaborazione dei due nigeriani che hanno permesso di smantellare la cellula della mafia nigeriana è iniziata quasi spontaneamente l’11 e il 14 settembre scorso.
Uno dei due uomini il 9 settembre in via delle Case Nuove che si trova nel mercato Ballarò veniva aggredito in modo violento da alcuni connazionali a colpi di bottiglie e bastoni. La vittima riportava ferite alla testa, al torace, all’addome e alle braccia. E’ stato portato al pronto soccorso dell’ospedale Policlinico.
Uno degli amici dell’aggredito ha raccontato subito agli agenti di polizia che l’aggressione era stata organizzata dalla mafia nigeriana. Da quel momento è iniziata una collaborazione continua e costante che è riuscita a fare emergere l’organizzazione che si occupava di spaccio di droga, soprattutto crack e eroina e di sfruttamento della prostituzione. Il collaboratore ha fatto luce sul gruppo Eiye. Ha fatto luce sul suo ruolo nella confraternita quando era in Nigeria e i nuovi ruoli a Palermo anche di tanti componenti del cults.
L’operazione No Fly Zone ha sgomitato una cellula della mafia nigeriana che operava a Palermo nel quartiere Ballaro, ma anche a Napoli, Torino, Cagliari, Catania, Caltanissetta e in provincia di Treviso. Sono 19 gli indagati nell’operazione, 17 sono stati i fermi disposti dalla direzione distrettuale antimafia.
Sette sono state eseguite nel mercato di Ballarò, gli altri dieci sono ricercati.