Le istituzioni si riuniscono all’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo – uno dei luoghi della commemorazione di oggi – nel ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel XVII anniversario delle Stragi.
“Dobbiamo fare un piano Marshall contro le mafie, il risultato deve essere sconfiggerle definitivamente, chiudere con questa storia. Dobbiamo avere la capacità di farlo, ci vuole un’azione congiunta di tutti i ministeri”. Così il presidente della Camera, Roberto Fico presente all’aula bunker. “Dobbiamo essere uniti, tutti dalla stessa parte ma con lungimiranza” ha aggiunto e poi rivolgendosi ai tanti giovani che seguono la cerimonia ha detto: “Dobbiamo aiutare i ragazzi a sviluppare la libertà di pensiero critico”.
“Io sono vent’anni che vengo qui, e ci sarò sempre. I ministri passano, i ragazzi restano. Ogni anno c’è sempre una polemica, non è una novità. La scuola fa un grande lavoro tutto l’anno e questo è il giorno della memoria e dell’impegno. Non vorrei che qualcuno si volesse distinguere proprio non partecipando”. Lo ha detto l’ex presidente del Senato Pietro Grasso, all’ingresso dell’aula bunker rispondendo alle domande dei giornalisti circa l’assenza di alcuni rappresentanti istituzionali.
Presente anche il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti: “Due super eroi che non avevano i super poteri, ecco chi erano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”.
“La lotta alla mafia è un impegno di passione. Per annientare le mafie è importante che ciascuno sia convinto del poco che può fare anche il singolo”. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho.
“Io continuo a sostenere che il primo problema per la sicurezza del paese è la mafia”. Lo ha detto tra gli applausi il Capo della Polizia Franco Gabrielli presente anche lui a Palermo.
All’aula bunker, anche il ministro Salvini, il cui arrivo ha suscitato tante polemiche in città. “Chi ha ucciso Falcone e Borsellino ha provocato tanto dolore ma ha anche svegliato il popolo italiano, perché penso che dopo quella bomba nulla è più stato come prima. L’Italia vincerà contro la mafia, la camorra e la ‘ndrangheta. Quella bomba ha portato dolore ma ha portato speranza”.
E ancora: “Quando devono parlare di antimafia all’estero chiamano i nostri esperti. La mafia ormai è ovunque, non appartiene più solo a pochi luoghi, e bisogna saper denunciare perché chi tace è complice”.
Salvini ha poi criticato chi ha disertato le cerimonie ufficiali per ricordare il magistrato ucciso a Capaci.
“Oggi è la giornata dell’unità nazionale contro le mafie: sono incomprensibili le polemiche – ha detto – e le assenze di certa sinistra, che non sono un’offesa a me ma alla memoria di Giovanni Falcone e di tutte le eroiche vittime della mafia”. Stiamo sequestrando ville e negozi dei boss, assumendo poliziotti, accendendo telecamere” ha poi aggiunto Salvini.
“Tutte le leggi, tutte le azioni che portano avanti le forze dell’ordine e dei magistrati hanno bisogno di un supporto culturale e di cultura della legalità”. Questo il pensiero del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede presente anche lui in aula bunker.
Ad intervenire, anche Nicola Morra, presidente dell’Antimafia.
“Le mafie sono straordinariamente raffinate perché ne pensano una più del diavolo per eludere le norme. Bisogna smetterla di accettare il puzzo del compromesso morale che sporca le istituzioni – ha detto -. Giacché i soldi non puzzano tanti non si fanno problemi ad accettare soldi di dubbia o certa provenienza criminale. Dobbiamo ribadire che lo Stato con certi soggetti non vuole avere nulla da fare”.
“La lotta alla mafia è una battaglia di libertà contro chi vuole confondere la verità con la menzogna, contro la politica deviata, contro l’opacità. La lotta alla mafia è una battaglia per le persone. La lotta alla mafia è una battaglia anche contro la paura”. E’ il pensiero premier Giuseppe Conte presente all’aula bunker.
Conte ha aggiunto: “Mi rivolgo a voi studenti, siete qui e avete risposto così numerosi all’invito di condividere percorsi didattici di educazione alla legalità. Nel 1992 la mafia non ha colpito solo alcune persone ma ha colpito lo Stato”. E ancora: “Quando si ragiona di mafia c’è una domanda che fa capolino: ‘per che cosa saremmo disposti oggi a morire?’. Ecco, rispondere è difficile, anche io stesso me lo domando, ma è un quesito che deve sempre accompagnare le nostre coscienze.
Palermo chiama Italia! è un appello a cui, però, deve rispondere anche lo Stato. Il Governo che rappresento si ricorda di questa chiamata e vi risponde con tutti gli strumenti che può mettere in campo. Il nostro obiettivo è chiaro: fare terra bruciata alla mafia. Il mezzo che abbiamo a disposizione è quello di impegnarci a garantire una maggiore giustizia sociale. Sappiamo che le organizzazioni criminali hanno buon gioco a instaurarsi come sistema alternativo sul territorio, là dove mancano diritti e opportunità”.
Commenta con Facebook