Si è ridotto a 3 ore il margine di incertezza per il rientro del secondo stadio del razzo cinese Lunga Marcia 5B.
Lo indicano i siti internazionali che stanno seguendo la traiettoria descritta dal detrito spaziale e che fanno i loro calcoli in linea con quelli del Comando di Difesa Aerospaziale del Nord-America (Norad) hanno appena aggiornato le loro stime e sono concordi nell’indicare che l’impatto nell’atmosfera potrebbe avvenire nelle prime ore del mattino di domenica 9 maggio.
Indica un margine di incertezza di poco più di tre ore anche l’organizzazione europea per la sorveglianza spaziale Eusst (EU Space Surveillance and Tracking), che pone come orario approssimativo le 4,11 italiane, quindi la fascia oraria compresa fra le 1,00 circa e le 7,30 circa del mattino del 9 maggio.
È impossibile al momento stabilire con una precisione maggiore ora e luogo nei quali potrà avvenire il rientro.
È giudicato ad ora “improbabile” il rientro del secondo stadio del razzo cinese Lunga Marcia 5B su un’area abitata: secondo la stima dell’organizzazione europea per la sorveglianza spaziale Eusst (EU Space Surveillance and Tracking), l’inclinazione del cilindro da 20 tonnellate indica che il rientro possa avvenire entro la latitudine compresa fra 41,48 gradi Nord e 41,48 gradi Sud.
E’ ancora un’area molto vasta e sono quindi necessari ulteriori dati per stabilire il punto esatto del rientro, ma l’Eusst rileva che in questa zona “la maggior parte della superficie terrestre è coperta dall’oceano o da aree disabitate, quindi la probabilità statistica di un impatto sul suolo nelle aree popolate è bassa”.
“L’organizzazione osserva inoltre che “queste previsioni tuttavia presentano incertezze poiché l’oggetto non è controllato e una stima migliore sarà possibile solo poche ore prima dell’effettivo rientro”.
Il razzo in caduta libera e dieci regioni italiane del Centro-Sud in allerta. Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna potrebbero essere interessate dalla caduta di frammenti del razzo spaziale cinese ‘Lunga marcia 5B’.
La previsione di rientro sulla terra è fissata per le ore 2:24 del 9 maggio, con una finestra temporale di incertezza di circa 6 ore, avanti o indietro sull’orologio. Il consiglio della Protezione civile è di stare al chiuso e non in luoghi aperti dal momento che “è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici”.
Le previsioni di rientro, rileva la Protezione civile, saranno soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento dello stesso razzo e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, nonché a quelli legati all’attività solare. Nell’intervallo temporale considerato sono tre le traiettorie che potrebbero coinvolgere l’Italia.
Il tavolo tecnico – composto da Asi, (Agenzia Spaziale Italiana), da un membro dell’ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, rappresentati del ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, della Difesa – Coi, dell’Aeronautica Militare – Isoc e degli Esteri, Enac, Enav, Ispra e la Commissione Speciale di Protezione civile della Conferenza delle Regioni – continuerà, insieme ai rappresentanti delle Regioni potenzialmente coinvolte, a seguire tutte le operazioni del rientro, fornendo analisi e aggiornamenti sull’evoluzione delle operazioni.
“Sulla scorta delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica – sottolinea la Protezione civile – è possibile fornire alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di auto protezione: è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti”.
Si consiglia, comunque, indica il Dipartimento, “di stare lontani dalle finestre e porte vetrate; i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici; all’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti; è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell’impatto; alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero resistere all’impatto. Si consiglia, in linea generale, che chiunque avvistasse un frammento, di non toccarlo, mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, e dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti”.
Commenta con Facebook