Tutti sapevano ma nessuno diceva nulla. La storia di Don Roberto Elice e dei ragazzini molestati era nota alla Curia ma nessuno ha mai denunciato l’accaduto. Nonostante oggi il nuovo arcivescovo chieda perdono alle vittime, si alza la polemica intorno al comportamento della Curia che, appreso lo scandalo, lo avrebbe insabbiato. Don roberto elice, infatti, venne trasferito. Lasciata palermo venne inviato in una comunità romana per preti in difficoltà ma le azioni del ‘governo ecclesiastico’ si conclusero lì.
Quando è stato assegnato alla parrocchia di via Perpignano, don Giuseppe, sostituto di Don Roberto, si è ritrovò di fronte ad una realtà pastorale tutta da costruire. I mesi di assenza del parroco indagato, trasferito nel 2014, avevano fatto terra bruciata in una comunità molto piccola, racconta solo oggi il Giornale di Sicilia.
“Voglio che si capisca che noi preti annunciamo il vangelo nella normalità, nella quotidianità della vita. Facciamo una fatica enorme – dice don Giuseppe Zucchetto proprio al Sicilia – una notizia terribile come questa rischia di distruggere il bene che costruiamo”.
“Ho cominciato a lavorare subito, per avviare le attività di pastorale ordinaria o consolidare quelle che già esistevano e i primi frutti, dopo un anno, si vedono”. La comunità è composta appena da 8 mila residenti e nessuno portava più i bambini in chiesa neanche per il catechismo. Ora ne sono tornati 18.
Don Giuseppe dovrà affrontare con la comunità i contraccolpi dello shock per l’ arresto di don Roberto Elice. Non proprio tutti avevano capito, infatti, in tanti si erano limitati ad allontanarsi come avevano fatto i loro vicini e conoscenti. “in molti sono davvero sorpresi e addolorati, soprattutto perché lo hanno conosciuto e hanno collaborato con lui. Ma troveremo le parole giuste. L’ arcivescovo, don Corrado Lorefice, mi è stato molto vicino, mi ha chiamato e verrà a trovare la comunità”.
Dall’altra parte, rispetto alla comunità smarrita, c’è la famiglia di don Roberto sulla quale è caduto un masso dal cielo all’improvviso. I genitori avrebbero appreso dell’ arresto del figlio solo ieri mattina, attraverso i giornali. Non sapevano nulla e pensavano che fosse a Roma per studiare e non in una struttura per curarsi, dopo essere stato allontanato, proprio per via delle indagini sul suo conto, dai vertici della diocesi.
Ieri pomeriggio hanno provveduto a nominare un avvocato che possa difenderlo: Mario Zito, che assiste anche padre Aldo Nuvola, condannato in primo grado a 6 anni, sempre per reati sessuali. La nomina dovrà ora essere formalizzata. Don Roberto Elice è recluso nel carcere di Regina Coeli.
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