“Il rispetto per il Paese passa da qui, da quello che noi facciamo ogni giorno, dalla dignità che con le nostre azioni diamo alle istituzioni.
Ma capisco che faccia più notizia una mano tenuta in tasca per sei secondi mentre ero assorto da tutta quella energia e da quelle emozioni, piuttosto che tutto quanto detto e fatto in questa meravigliosa giornata. Preferisco una mano in tasca per qualche secondo alla mano sul cuore di chi poi tradisce lo Stato”.
Risponde così alle polemiche per quelle mani tenute in tasca durante l’esecuzione dell’Inno di Mameli il presidente della Camera Roberto Fico. Lo fa con un post su facebook riferito alla sua partecipazione, oggi a Palermo, alle manifestazioni nell’anniversario della strage di Capaci.
“Ciò che avvenne quel 23 maggio del 1992 – scrive Fico – ha smosso l’anima del nostro Paese, come ha smosso la mia. Ricordo perfettamente quel pomeriggio, quando si diffuse la notizia della strage di Capaci e della morte di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta. Il percorso che ho intrapreso in questi anni deriva anche da quella giornata, da quella sensazione e da quella presa di coscienza che non avrei più dimenticato: bisogna decidere da che parte stare, ogni giorno.
Perché ogni giorno possiamo lottare contro la mafia attraverso il nostro lavoro e le nostre azioni. Possiamo farlo – ammonisce – nelle istituzioni politiche, consapevoli che abbiamo gli strumenti per intervenire, sia quelli diretti sia quelli indiretti che significano investimenti nelle scuole, nella formazione, nell’educazione, nei progetti di integrazione, cioè in quelle istituzioni sociali e culturali che costituiscono la dimensione più profonda dello Stato.
Dobbiamo utilizzare questi strumenti con uno sguardo lungimirante, proiettando nel nostro orizzonte l’immagine di un Paese senza più mafie”.
“Non vi nascondo l’emozione – dice ancora il presidente della Camera – di aver partecipato oggi alle iniziative commemorative delle stragi di Capaci e via d’Amelio, a partire dall’incontro di questa mattina con gli studenti arrivati a Palermo con la Nave della legalità. Nell’aria c’era un’energia commovente, l’energia meravigliosa di questi ragazzi e dei loro insegnanti, che a sua volta è l’energia dell’Italia che ogni giorno costruisce il proprio futuro, che porta avanti le idee di persone straordinarie come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. I ragazzi che ho incontrato stamattina sono il futuro, e al tempo stesso la testimonianza diretta che sconfiggere la mafia è possibile, che la mafia non durerà in eterno”.