Quello di domani sarà un sabato di fuoco e la domenica successiva, probabilmente, sarà altrettanto bollente in casa Pd e alleati. Si gioca una parte importante della partita per le regionali o almeno per scegliere il candidato del centrosinistra alle elezioni di novembre.
Il segretario regionale del Pd Fausto Raciti ha convocato la Segreteria regionale del partito per le 10.00 di domani sabato 22 luglio nella sede del Partito Democratico in via Bentivegna, a Palermo. All’ordine del giorno: “situazione politica regionale”.
Non che queste convocazioni siano una novità e di solito si sono sempre risolte con un nulla di fatto, una mera espressione di principi e idee da parte delle correnti senza nessuna scelta conseguente. Ma stavolta la segreteria è allargata. Parteciperanno anche gli assessori regionali del Pd, la presidenza del gruppo parlamentare all’Ars ed i presidenti dell’Assemblea e della Direzione regionale del partito.
A prescindere, poi, da chi ci sarà il tema fondamentale è che il tempo stringe e una scelta va fatta. in campo, di fatto, c’è solo la candidatura di Rosario Crocetta che chiede al partito di sostenerlo ed ha sondaggi che lo darebbero al 22% se corresse da solo con il suo movimento ‘Riparte Sicilia’. Se fosse vero una buona base di partenza.
Sondaggi di cui non si conosce ne’ l’origine, ne’ il metodo ne’ il campione e neanche l’esistenza, ma comunque sondaggi crocettiani e si sa come, in passato, il Presidente della Regione abbia interpretato i sondaggi. Ma numeri a parte una cosa vera Crocetta ieri l’ha detta e la pensano in tanti: ‘in Sicilia il modello Palermo sono io’.
L’affermazione del Presidente era palesemente anti Orlandiana ma porta con se qualche verità. Se il Pd a Palermo alla fine ha deciso di lasciare il bandolo della matassa al sindaco uscente ovvero Leoluca Orlando, temendo che correre da solo significasse perdere con figuraccia elettorale annessa, non potrebbe, alla fine, far di conto allo stesso modo e decidere di lasciare la patata bollente in mano a Crocetta? Il giochetto sarebbe quello già ipotizzato un paio di volte: se si vince si è vinto tutti ma se si perde ha perso lui.
Una eventualità, però, che non piace alla corrente di maggioranza e nemmeno agli alleati e che, comunque, nessuno, oltre Crocetta, ha messo in campo ufficialmente.
L’altra ipotesi in campo è quella delle Primarie. Il primo a lanciarle e a ripetere fino alla nausea che è quella la strada giusta è stato il renziano Davide Faraone. Adesso anche il presidente della Commissione Sanità Pippo Digiacomo, dopo il definitivo no ribadito da Pietro Grasso, dice facciamo le primarie e indica come data il 10 settembre. un po’ troppo tardi in verità. Fare le primarie a 55 giorni dalle elezioni e a 25 dalla presentazione delle liste sarebbe forse un po’ rischioso. E farle, poi, quando ancora c’è gente in ferie non è proprio una soluzione ottimale.
Ma i tempi ormai sono questi. Domani qualcosa dovrà pur succedere perché un’altra riunione interlocutoria sarebbe un bel guaio. Crocetta intanto è ripartito, Cancelleri per i 5 stelle è candidato e dal centro destra ci sono segnali di individuazione dell’uomo che dovrà correre a breve se non a brevissimo a partire da Nello Musumeci.
Dunque correre con Crocetta o spaccare la sinistra e correre contro Crocetta. Probabilmente anche a destra aspettano di capire quale sarà la scelta del Pd. Comunque corrano i dem con ciò che il governo Crocetta ha fatto in questi cinque anni dovranno fare, più o meno, i conti.
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