E’ stata una udienza molto carica di tensione. Interrotta più volte dalla commozione della ragazzina 15enne ristretta in comunità con l’accusa di aver istigato il padre al suicidio insieme al fidanzato 17enne. La storia si è consumata al Villaggio santa Rosalia, nel silenzio di un quartiere popolare di Palermo.
L’uomo, morto suicida, aveva 48 anni, vedovo con tre figli. Il calvario inizia quando il padre decide di contrastare la relazione fra la figlia 15enne ed un 17enne del luogo. La situazione diventa insostenibile quando l’uomo decide di legarsi a una nuova compagna. La figlia non riesce ad andare d’accordo con la donna e inizia ad odiare il padre. La reazione della coppia diabolica è violenta. Minacce di pestaggi, insulti e alla fine l’ulteriore minaccia intollerabile: “Non mi vedrai più e ti accuseremo di violenza sessuale”.
Nel corso dell’udienza davanti al gip Nicola Aiello i due giovani hanno mostrato il pentimento per quanto fatto. Dopo un primo periodo in cui hanno negato ogni addebito e hanno cercato di ridimensionare quanto hanno commesso oggi davanti al giudice si sono detti davvero pentiti per quanto hanno fatto. Il ragazzo ha anche detto di sentirsi un padre inadeguato e di essere davvero triste per avere privato il figlio del nonno. “Abbiamo perso un sostegno per la nostra vita”, hanno detto i due giovani che si sono tenuti per mano durante l’udienza. Non si vedevano da quando sono scattati i provvedimenti.
La storia la racconta l’uomo in una lettera alla figlia lasciata a marzo dello scorso anno prima di suicidarsi. Vi sono descritti tre mesi di inferno. Vicenda che gli inquirenti avrebbero riscontrato trovando nei telefoni dei tre le chat con quelle minacce, con richieste di denaro e tanto altro.
Mi hai distrutto, scrive l’uomo nella lettera alla figlia. Prima di uccidersi lascia una lettera anche agli altri figli nella quale spiega di essere “tormentato, ricattato e manipolato”
La ragazza, difesa dagli avvocati Rosa Maria Salemi e Rosalia Zarcone, è stata rinchiusa in una comunità a Catania, mentre il ragazzo, assistito dall’avvocato Salvatore Ferrante, è rinchiuso all’istituto penale Malaspina di Palermo. Per entrambi la procura ha già chiesto il rinvio a giudizio davanti al gup del tribunale per i minorenni Nicola Aiello.
Lo scorso novembre il giudice per le indagini preliminari Alessandra Puglisi aveva respinto la richiesta di applicare una misura cautelare meno afflittiva presentata dai difensori dei ragazzi chi di conseguenza hanno atteso fino ad oggi una in comunità e l’altro nel carcere minorile. La prossima udienza è stata fissata a luglio.
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