Continua la cautela sul mercato del credito, sia dal punto di vista delle famiglie che tendono a ridimensionare i progetti di spesa, sia dal punto di vista dell’offerta, con una maggiore attenzione sui criteri di accesso al credito per via dell’incertezza generata dal contesto geopolitico, dall’inflazione e dall’aumento dei tassi di interesse da parte della BCE. Inoltre, si registra una generale tendenza verso la ricerca di finanziamenti con un importo più contenuto. Queste alcune delle principali evidenze emerse nella 55^ edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia.
I flussi di credito al consumo, dopo il buon avvio nel primo trimestre del 2023, annullano la propria crescita nel secondo e nel terzo trimestre, chiudendo ai nove mesi con una variazione appena positiva (+2,3%), grazie ai finanziamenti finalizzati all’acquisto di autoveicoli e motocicli erogati ai privati presso i concessionari (+14,1%). Il recupero si lega all’evoluzione positiva del mercato del settore automotive, che ha beneficiato della maggior disponibilità di nuovi veicoli, della ripresa dell’usato e del comparto moto. I finanziamenti finalizzati all’acquisto di altri beni/servizi (appartenenti a settori quali arredo, elettronica ed elettrodomestici, beni per l’efficientamento energetico dell’abitazione, ciclomotori ed altri beni e servizi finanziabili) registrano ancora un buon incremento (+6,5% rispetto ai 9 mesi del 2022). Un contributo positivo deriva dalla componente “green”, che ha potuto ancora beneficiare degli ecobonus governativi per la riqualificazione energetica degli immobili. Inoltre, il risultato complessivo dell’altro finalizzato è stato sostenuto dalle linee di credito rateali non associate ad una carta di credito, proposte nell’ambito di convenzioni per acquisti eCommerce ma anche in store, forma tecnica molto diffusa all’estero che ha assunto anche sul mercato italiano una maggiore rilevanza negli anni più recenti. Queste operazioni fanno riferimento ad importi contenuti (intorno a 500 euro) e rappresentano una quota del 39% sul totale operazioni del comparto finanziamenti finalizzati all’acquisto di altri beni/servizi, evidenziando anche una progressiva convergenza tra consumer finance e settore dei pagamenti.
L’incertezza del clima macroeconomico, il livello di inflazione e l’aumento dei tassi di riferimento hanno avuto un impatto negativo sulle dinamiche di tutte le tipologie di credito non finalizzato, sia in termini di flussi finanziati sia in termini di importi medi erogati, che sono in decisa diminuzione. I prestiti personali riducono i flussi finanziati del -3,6% e anche la cessione del quinto dello stipendio/pensione chiude i 9 mesi del 2023 con un calo delle erogazioni (-1,9%), scontando l’andamento negativo dei prestiti ai dipendenti pubblici e ai pensionati.
Infine, tornano in territorio negativo anche le rateizzazioni via carta di credito (-2,8%), tra le quali si rileva tuttavia un andamento molto positivo dell’installment, funzione che permette il finanziamento di una o più spese attraverso un importo prestabilito e un piano di rimborso predefinito.
Il valore dei mutui immobiliari alle famiglie consumatrici nei primi 9 mesi dell’anno è in decisa contrazione (-9,8%). Infatti, le difficoltà dei mutui con finalità di acquisto, che vengono penalizzati dall’aumento dei tassi di riferimento e dal permanere di un elevato livello dei prezzi medi delle abitazioni, non sono compensate dalla forte ripartenza delle surroghe.
In particolare, i flussi di mutui per acquisto abitazione hanno proseguito il trend già iniziato a fine 2022 di progressiva contrazione (-40,5% rispetto ai 9 mesi 2022), evidenziando anche una decisa diminuzione dell’importo medio erogato. Si conferma, quindi, la forte correlazione tra credito e andamento delle compravendite immobiliari residenziali che, in un contesto di rallentamento della crescita dei prezzi delle abitazioni, segnano un calo dei volumi (-11,8% rispetto ai 9 mesi 2022). Il progressivo innalzamento dei tassi di interesse ha riportato le famiglie verso le operazioni di surroga, al fine di ridurre gli oneri della rata dei mutui stipulati a tasso variabile. Infatti, nei primi 9 mesi del 2023 si assiste ad una decisa ripresa dei volumi di mutui surrogati (+56,8%).
Nei primi nove mesi del 2023, il tasso di default del credito alle famiglie rimane di poco superiore ai minimi registrati nel 2022. Infatti, dopo la lieve inversione di tendenza in chiusura dell’anno precedente, la rischiosità del credito al consumo non mostra ulteriori rialzi. Nel contesto di stagnazione generale, la dinamica degli indicatori relativi alla qualità del credito presenta una stabilizzazione della rischiosità nei primi 9 mesi dell’anno, e il tasso di default del credito alle famiglie a 90 past due, pari all’1,2%, rimane lievemente sopra i minimi storici del 2022. In generale, le forme di finanziamento prevalentemente a tasso fisso e gli interventi attuati dal Governo, sia temporanei che più strutturali, come le proroghe del Fondo di solidarietà per la sospensione delle rate mutui prima casa (F. Gasparrini) e gli strumenti di supporto ai giovani, hanno sostenuto il reddito delle famiglie. Il credito al consumo, infine, in entrambe le forme tecniche, personale e finalizzato, mostra un lieve decremento nel passaggio dal secondo al terzo trimestre.
Dopo la battuta d’arresto del 2023, con il progressivo miglioramento del potere di acquisto delle famiglie, i flussi di mutui per acquisto abitazioni torneranno a crescere dal 2024 , sostenuti anche dalla maggiore sensibilità di domanda e offerta verso la componente green. Anche i flussi di credito al consumo, sostenuti a fine 2023 dalla sola componente del finalizzato, torneranno a crescere pure nel comparto dei prestiti personali e della cessione del quinto. Nel complesso, l’espansione delle consistenze di credito sarà inferiore rispetto alle performance del biennio 2021-2022, anche perché la maggiore rischiosità attesa manterrà caute le politiche di offerta. In questa direzione vanno le raccomandazioni degli organi di vigilanza che sollecitano gli operatori a mantenere alta l’attenzione su prestiti per acquisto abitazioni e credito al consumo.
Il rallentamento atteso del ciclo economico, la maggior incidenza degli oneri finanziari sui redditi delle famiglie e il venir meno delle misure di mitigazione introdotte dall’inizio della pandemia porteranno ad un peggioramento della qualità del credito fin dai prossimi trimestri, più evidente per quelle famiglie che hanno stipulato finanziamenti a tasso variabile e a minor reddito, che tuttavia sono una quota esigua sulla popolazione. Il rialzo atteso dei tassi di default sarà in parte contrastato dalle misure temporanee di sostegno contenute nella legge di Bilancio 2023 e del 2024. Quest’ultima, tuttavia, ancora in fase di discussione al momento di redazione dell’Osservatorio Assofin-CRIF-Prometeia.
Si conferma, tuttavia, uno scenario in cui, nonostante i maggiori rischi, il livello dei tassi di default non tornerà a quelli registrati nelle precedenti fasi di crisi. Questo perché il debito delle famiglie è in prevalenza a tasso fisso e le attente politiche di offerta hanno via via generato coorti di prenditori di migliori qualità rispetto al passato. Inoltre, l’ampia liquidità accumulata in passato, in particolare nel periodo Covid, garantisce ancora un “cuscinetto” di ricchezza potenziale per far fronte alle prime criticità, che però andrà progressivamente a esaurirsi nel corso del tempo. In questa fase di tassi più elevati, peraltro, molti operatori hanno anche orientato le famiglie verso scelte di indebitamento più sostenibili attraverso la rinegoziazione dei contratti, volta ad allungare i tempi di rimborso e ad alleggerire la rata favorendo la qualità del credito complessiva. Inoltre, a partire dal 2025, con il consolidamento della crescita del reddito disponibile e il lento rientro dei tassi di interesse, le difficoltà di rimborso si ridurranno migliorando gradualmente la qualità del credito.
Il mercato del credito alle famiglie è sempre più esposto alla competizione di nuovi attori di matrice non bancaria, che attraverso il canale dei sistemi di pagamento si stanno espandendo anche al credito, con anche il rischio per gli operatori di perdere la relazione con la clientela. In questo contesto, gli investimenti in tecnologia restano un fattore importante per sviluppare i canali digitali e non perdere fette di mercato per stare al passo con le continue innovazioni introdotte dagli operatori FinTech/Big Tech. In prospettiva, anche la nuova direttiva sul credito ai consumatori (Direttiva 2023/2225/UE – CCD II) che intende creare una regolamentazione comune a tutti gli operatori, favorirà la crescita del mercato e la tutela dei consumatori da rischi di sovraindebitamento.
Nella cornice di crescente attenzione alla transizione verso un’economia sostenibile, anche da parte del regolatore europeo, politiche di offerta sempre più allineate ai criteri ESG rappresentano una importante opportunità di espansione del mercato, con l’offerta di prodotti che possano soddisfare la domanda di una clientela più attenta ai temi della sostenibilità.
Fonte: 55^ edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia.