Il governo regionale prepara una nuova riorganizzazione della macchina amministrativa, la terza in 5 anni e la seconda di questo governo in due anni. Ed ecco comparire lo spettro dello spoil system mascherato da esigenze organizzative, una sorta di lasciapassare per mettere in campo oltre un centinaio di nomine di dirigenti intermedi che diversamente non potrebbero essere fatte nell’ultimo anno pre elettorale
Una nuova concertazione con i sindacati dei regionali per discutere degli aspetti organizzativi dell’amministrazione della Regione Siciliana: è questo l’oggetto di una serie di riunioni iniziate ieri e organizzate dall’assessorato della Funzione pubblica con un serrato calendario di appuntamenti. A raccontare delle convocazioni è il Cobas/Codir, l’organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa del pubblico impiego regionale.
Di fatto il governo della Regione prevede una riorganizzazione del personale e delle funzioni, la terza in cinque anni. Una riorganizzazione la mise in atto il governo Crocetta nel 2016, poi ne fece una il governo Musumeci a nel 2019. E adesso, dopo neanche due anni lo stesso governo vuole riformare la propria organizzazione del personale.
Si tratta di ridefinire funzioni, assegnazione del personale e dirigenti. Non i dirigenti generale ma quelli intermedi che in base alle sentenze che hanno fatto seguito alla prima applicazione della legge sullo spoil system non possono essere cambiai o spostati in vigenza di contratto pena il pagamento per intero a titolo di risarcimento degli stipendi dovuti fino a fine contratto anche se non maturati nella posizione.
Così, da Crocetta in poi, il governo sui è inventato lo spoil system mascherato da riorganizzazione. Se si sopprime un gruppo di lavoro per questioni organizzative e si da vita a nuove unità operative la postazione non esiste più e tute le nomine vanno rifatte senza rischi di contenziosi
Una riorganizzazione della macchina regionale ora, ad un anno o poco più dalle elezioni per i sindacati ha, dunque, il sapore di una manovra ‘crea nomine’ anche se non lo dicono mai chiaramente
“Il governo regionale – scrive in un documento diffuso ieri sera il Cobas/Codir – dopo le due riorganizzazioni, quella del 2016 e quella 2019, continua sullo stesso solco: quello della riduzione di postazioni con l’indiscriminata eliminazione di unità operative. Ma in realtà – denuncia il sindacato – non viene snellita alcuna delle procedure burocratiche che rimangono regolamentate da leggi anacronistiche che rallentano gli iter approvativi e che fanno percepire la pubblica amministrazione siciliana soltanto come un ostacolo allo sviluppo e al cambiamento della Sicilia”.
“Inoltre, in assenza della riclassificazione del personale del comparto non dirigenziale e della stessa dirigenza, nonché di uno sblocco dei concorsi negato da infausti accordi Stato-Regione, – continua il documento del sindacato – si causa un sovraccarico gestionale che per complessità e tempistica dei procedimenti, ha avuto e avrà un ulteriore risvolto negativo nella risposta che l’Amministrazione regionale deve dare al cittadino e particolarmente alle imprese che viaggiano su percorsi che le regole di mercato impongono”.
Ed è proprio il sindacato a denunciare che l’ipotesi presentata ieri va molto oltre quella di una semplice riorganizzazione “La nuova rimodulazione proposta dovrebbe andare al di là della semplice organizzazione amministrativa di uffici. Dovrebbe essere, infatti, corredata anche dalle reali esigenze in termini di personale necessario per fare funzionare una macchina tanto complessa quanto estesa”.
“Sarebbe necessaria una seria riforma che trasformi l’amministrazione pubblica nella direzione di una funzione di maggiore controllo e minore funzione approvativa dei provvedimenti. La rimodulazione proposta sembra rispondere, invece, soltanto a una mera logica numerica di riduzione degli uffici preposti alla responsabilità dirigenziale, senza che questa tenga minimamente conto del funzionamento della complessa macchina amministrativa e delle reali esigenze della collettività”.
“Il sindacato esprime il proprio parere negativo a tutte le riorganizzazioni sin qui proposte dal governo regionale”.