La Regione si prepara a porre sotto vincolo di interesse culturale il brand “Targa FLORIO” proteggendo così un elemento fortemente caratterizzante della cultura e dell’identità siciliana.
L’annuncio lo ha dato ufficialmente l’assessorato regionale ai beni Culturali e all’Identità siciliana ma l’operazione rischia di sollevare un vespaio di polemiche per effetto del costo dell’acquisto del marchio che di fatto permetterà di risanare i conti dell’Aci ma senza una visione su chi potrà, in futuro, organizzare le manifestazioni sportive.
Il passaggio del marchio alla regione oppure all’A ci nazionale pone il tema dell’organizzazione che rischia di essere ‘delocalizzata’. Notizie che preoccupano l’ex Provincia di Palermo che dunque vuole capirne di più
“In merito a certe notizie pubblicate sulla stampa locale che manifestano preoccupazioni sul futuro delle iniziative e sulla eventuale delocalizzazione del “Rally Targa Florio” e allo scopo di fugare tali informazioni il Sindaco della Città Metropolitana di Palermo, Leoluca Orlando, – si legge in una nota della Città Metropolitana – ha inviato una lettera al Ministro dello Sport, Vincenzo Spatafora, e ai Presidenti Dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani e Angelo Pizzuto, per richiamare la loro attenzione sull’esigenza del massimo coinvolgimento delle istituzioni e delle realtà territoriali e in modo specifico della Città Metropolitana di Palermo, proprietaria dell’impianto “Florianopoli”, e per avanzare, a questo proposito, la opportunità un incontro auspicando il consenso del Ministro”.
Di fatto orlando denuncia di non essere stato informato di alcuno dei passi della trattativa e ricorda che targa Florio è patrimonio della provincia di Palermo e che comunque l’autodromo’ naturale’ e le infrastrutture che vi sono state create, sono della Città Metropolitana.
Il riferimento è alle notizie pubblicate domenica. Un articolo nel quale BlogSicilia racconta quello che è dato sapere fino ad ora. Con una nota congiunta a firma della Soprintendente dei Beni Culturali di Palermo, Lina Bellanca e della responsabile del procedimento, Selima Giuliano, inviata all’ACI di Palermo, venerdì scorso – infatti – è stata avviata la procedura per la dichiarazione di interesse culturale della Targa Florio, manifestazione sportiva che dal 1906 porta il nome della Sicilia in tutto il mondo.
“La Targa Florio – dice l’Assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana Alberto Samonà – costituisce ancora oggi a livello mondiale un riferimento immediato e diretto alla cultura e alla storia della Sicilia ed è un evento fortemente radicato nella memoria collettiva. Non si tratta solo di un marchio legato al mondo dell’automobilismo ma rappresenta la storia stessa dell’automobilismo, la sfida che un’Isola seppe lanciare al mondo intero, un’azione titanica che partendo da una terra dove anche le strade erano difficili da percorrere, ha lasciato un segno indelebile in tutto il mondo. La Targa Florio ancora oggi suggestiona, evoca ed emoziona. Basti pensare – continua l’assessore Samonà – che le grandi marche automobilistiche continuano ad utilizzare il percorso della Targa Florio per testare le loro vetture e realizzano materiale promozionale fotografando i luoghi della Targa. Riconoscere il valore del brand “Targa Florio” vincolandone l’uso è un atto necessario e dovuto ai siciliani per evitare che possa compiersi uno scippo alla nostra storia”.
“La manifestazione automobilistica e motociclistica “Targa Florio” – gli fa eco Sergio Alessandro, dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali – è stato un evento sportivo di punta nella Palermo degli anni Venti rappresentando l’aspirazione al successo e alla dimensione internazionale di una borghesia locale in ascesa. Per il suo valore storico e simbolico la Targa è stata dichiarata patrimonio storico-culturale della Regione siciliana unitamente ai circuiti storici piccolo (72 km), medio (l08 km) e grande (148 km) ed alle antiche tribune di Floriopoli, quale riconoscimento per il contributo dato alla positiva diffusione dell’immagine della Sicilia nel mondo. E dal 26 giugno 2009 è iscritta nel registro delle Eredità immateriali della Regione siciliana al n. 129 del libro delle celebrazioni”.
Ma la titolarità del marchio appartiene oggi all’Automobile Club di Palermo che detiene anche una raccolta di fotografie e documenti storici e 21 targhe in metallo fuso celebrative delle edizioni della storica manifestazione. La prima edizione della Targa Florio si è svolta il 6 maggio 1906 e si deve alla grande intuizione di Vincenzo Florio che realizzò proprio sul circuito delle Madonie, dove tutt’oggi è ancora disputata, una gara a dir poco leggendaria, legando per sempre il nome della storica gara ai luoghi. L’ACI avrà da oggi 30 giorni per proporre le eventuali osservazioni.
Ma cosa costerà questa procedura? I conti sono presto fatti: si parla di 4 milioni e mezzo di euro. Si, perchè l’Automobile Club Italia si apprestava ad avanzare una proposta formale all’Automobile Club di Palermo offrendo 4,3 milioni di euro per l’acquisto del marchio a titolo definitivo a fronte peraltro di una valutazione di 6,5 milioni di euro, dunque maggiore di 2,2. Una notizia, questa, resa nota da Sicilia Motori che ha raccontato anche la vicenda dei debiti di Aci Palermo nei confronti di Aci Italia. I 4,3 milioni di euro sarebbero stati detrattti come acconto dal debito di 6,2 milioni nei confronti dell’ACI. Una trattativa iniziata nell’autunno del 2017 e che Sicilia Motori rese pubblica ad inizio 2018 ma della quale non si ebbero più notizie nei quasi due anni successivi.
Adesso la regione avanza la dichiarazione di interesse culturale e dunque si prepara ad acquistare il marchio con un lieve ritocco che porterebbe il prezzo a 4 milioni e mezzo e contemporaneamente risanerebbe i conti dell’AC Palermo che con quella cifra in cassa potrebbe andare alla trattativa per saldo e stralcio del debito. Dall’altra parte, però, se Aci non è più titolare del marchio chi organizzerà le competizioni.
La polemica serpeggiante è duplice: da una parte si userebbero soldi pubblici per risanare i conti dell’Aci Palermo dall’altra si rischierebbe, poi, che la Regione affidi l’organizzazione a privati pagando di anno in anno, magari la stessa Aci.
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