L’emergenza coronavirus rischia di compromettere più di un quarto della raccolta dei prodotti agricoli e agroalimentari. A lanciare l’allarme è il Distretto Orticolo del Sud Est Sicilia e il Distretto del Cibo del Sud Est Siciliano che contano insieme oltre 400 aziende e 4 mila dipendenti.
Le aziende siciliane dell’agroalimentare hanno confermato all’assessorato al Lavoro le difficoltà di questi giorni dovute al blocco delle frontiere e l’effetto legato al rischio personale e sociale connessi alla pandemia coronavirus, la paura dei migranti impiegati in agricoltura di non poter rientrare nei paesi di origine. Tutti fattori che rischiano di compromettere la raccolta, che quest’anno era partita in anticipo a causa di un inverno caldo, e nelle mani di 370 mila lavoratori immigrati regolari, comunitari ed extra-comunitari, che coprono il 27% del totale delle giornate di lavoro nel settore. A ciò si aggiunge il rischio legato alla vendita e alle forniture di generi alimentari a negozi e supermercati rimasti aperti dopo il provvedimento della Presidenza del Consiglio.
Sono misure urgenti quelle che chiedono i due distretti al fine di agevolare la manodopera nelle imprese. Tra le soluzioni prospettate la rimozione alle misure che limitano l’utilizzo dei voucher in agricoltura o agevolare l’accesso dei migranti irregolari presenti nei centri di accoglienza al mercato del lavoro agricoltura.
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