Il 27 gennaio scorso con due settimane di anticipo rispetto al giorno del ricordo, quattro consiglieri comunali di Villafrati, in provincia di Palermo, avevano presentato in Consiglio una mozione per il ricordo delle vittime delle Foibe. Una mozione, che nell’intenzione dei consiglieri, si sarebbe potuta trattare nel giorno del ricordo ovvero il 10 febbraio, o comunque entro quella data allo scopo di onorare le vittime di quel massacro per troppi anni negato o dimenticato.
Ma quel massacro, riconosciuto anche dal Presidente della Repubblica come un crimine muove ancora le coscienze negazioniste di certa sinistra e i sospetti da parte di una destra anche in chiave e forma moderna.
Così un incidente di percorso può diventare una polemica o viceversa una volontà negazionista rischia di non essere sottolineata.
Difficile dire quel che è successo a Villafrati ma il fatto è che la mozione per il giorno del ricordo delle vittime delle Foibe non è stata trattata e adesso scoppia la polemica lanciata dai consiglieri di una lista civica.
“I Consiglieri Comunali Giuseppe Di Dato (Capo Gruppo), Salvina Fucarino, Elena Messina Gianfranco Monastero e tutto il Gruppo Politico di Rinascita Villafratese sono profondamente rammaricati per l’atteggiamento e l’indifferenza avuta dall’amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Francesco Agnello, ma soprattutto l’atteggiamento del Presidente del Consiglio, Filippo Giannobile” scrivono i consiglieri a causa della mancata trattazione della loro mozione.
Il Gruppo ha presentato una mozione dal titolo “Foibe un crimine da non dimenticare” con richiesta di convocazione del Consiglio per il 10 febbraio. La mozione inoltre prevedeva l’intitolazione di una piazza alle “vittime delle foibe”.
“Il fine era quello di coinvolgere la scuola e i giovani della nostra piccola comunità per far conoscere le terribili conseguenze subite dagli Italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia sul finire della seconda guerra mondiale nel biennio del 43/45, con l’occupazione dei comunisti Jugoslavi. Costoro conobbero la triste e dura sorte di passare dal fascismo alla dittatura comunista – scrivono in una nota i consiglieri che continuano – bene, il consiglio comunale, come ribadito, non è stato convocato per la data richiesta e ancora ad oggi non solo non conosciamo le motivazioni ma non è stata data alcuna comunicazione se e quando si terrà”.
“Un atteggiamento, dell’amministrazione Comunale, del Presidente del Consiglio, certamente da non seguire non solo per la Comunità Villafratese, e che disattende il monito del Presidente della Repubblica Mattarella che ha ritenuto l’esodo e le foibe una sciagura nazionale. Anche noi concordiamo – concludono i consiglieri – che il vero avversario da abbattere continua ad essere l’indifferenza e il deprecabile negazionismo militante”.
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