A Roccamena sono in tanti che ricordato un uomo di Corleone che proprio nella foibe dove è stato scoperto il cimitero di mafia aveva aperto un attività.
Una cava di gesso proprio nello stesso posto dove gli uomini del nucleo dei vigili del fuoco del Saf stanno recuperando i resti dei corpi di uomini e una donna abbandonati lì da anni.
“Non capivamo cosa facesse lì quell’uomo che aveva la cava di gesso – dicono gli abitanti di Roccamena – Gesso non ne vendeva certamente. La sua presenza tutto il giorno non era giustificata. ma stava lì. Forse dopo il ritrovamento del cimitero abbiamo compreso che quella persona faceva i guardiano e teneva lontani i curiosi. Quella zona è moto frequentata da quanti vanno a funghi, o a raccogliere verdura. Anche i cacciatori la frequentano visto che qui ci sono tanti conigli selvatici”.
Intanto in queste ore sono stati recuperati alcuni dei resti umani scoperti dai carabinieri, l’altro ieri, in una grotta naturale nelle campagne di Roccamena (Pa).
Le ossa apparterrebbero a più di sei persone. Saranno i carabinieri del Ris a effettuare le comparazioni del dna dei frammenti scheletrici con quello delle persone scomparse una trentina di anni fa nella zona: a quell’epoca risalirebbero, anche in base all’esame dei brandelli di abiti ritrovati, i cadaveri.
Tra i resti ritrovati anche una scarpa femminile rossa. L’unica donna sparita nella zona è Antonina Altamore, scomparsa nel nulla nel 1975.
Il giallo non è stato mai risolto. A segnalare ai militari la presenza dell’ossario, che, secondo i primi sospetti potrebbe essere un cimitero di mafia, sarebbe stata una fonte confidenziale.
Oltre ad Antonina Altamore tra le persone sparite c’è Giuseppe Branda sparito nel 1981.
L’inchiesta è coordinata dalla Dda di Palermo. Le operazioni di recupero proseguiranno nei prossimi giorni. Tra le persone sparite a Roccamena