“C’e’ una grande chance per i moderati in Sicilia, regione in cui la Lega non ha voti e non e’ determinante per la vittoria. Noi stiamo completando un programma che può essere interpretato benissimo da un nostro candidato. Vedremo chi vorrà sostenerlo. Non facciamo parte di nessuna coalizione. Non si capisce perchè noi possiamo andare da qualcuno, mentre qualcuno non può venire da noi. Lavoriamo sottotraccia per in’ampia aggregazione centrista”.
Lo dice il leader di Ap Angelino Alfano soffermandosi sulla prospettiva di una coalizione del centrodestra in vista delle Regionali del 5 novembre. E adesso, chiarite alcuni rigidità, torna la possibilità di un accordo che possa riunire il centrodestra storico.
Niente accordo preventivo a livello nazionale ma apertura in Sicilia e poi si parlerà delle politiche. Chiariti i toni degli ultimi due giorni rientra la freddezza del cavaliere che dice si ad un nuovo incontro con Alfano che potrebbe tenersi già martedì a Roma. Mediatore è e resta Gianfranco Miccichè. La situazione non è semplice ma si lavora per ricucire tutto lo storico centro destra.
“In queste settimane con grande senso di responsabilità si sta portando avanti una complessa trattativa, al fine di ricomporre tutte le forze politiche moderate siciliane con l’intento di poter presentare agli elettori una proposta unitaria, forte e credibile – dice il senatore di Ap Marinello -. Dopo lo sfascio operato da Crocetta e dai suoi sodali, e considerate le enormi difficolta’ in cui versa il popolo siciliano e le sfide con le quali occorrerà confrontarsi per rimediare ai guasti degli ultimi anni, occorre agire con grande responsabilità senza pensare minimamente agli interessi di bottega. In particolare vanno respinti al mittente gli slogan di chi insegue il facile populismo, con l’esclusivo interesse di guadagnare qualche frazione percentuale ma non ha mai dimostrato alcuna capacita’ di governo. Credo che oggi l’interesse soprattutto di quello della Sicilia sia di dire a costoro e soprattutto a Giorgia Meloni di astenersi dall’occuparsi della Sicilia, lasciando la titolarità dell’azione politica ai siciliani”.
Il problema, dunque, adesso sembra spostarsi più a destra. Il centro, infatti, e non soltanto Ap ma anche il Cantiere popolare, non pone diktat e non mette veti ma appare chiarissimo che non confluirà su Nello Musumeci. Occorre, in silenzio, far rientrare anche la Meloni dalla posizione assunta altrimenti si rischia una nuova spaccatura stavolta fra i moderati e la destra estrema della coalizione.
A confermare indirettamente questa lettura è Fabrizio Cicchitto che lo dice a Skytg24 “Non mi risulta che noi siamo pronti ad appoggiare Musumeci. Mi risulta un dialogo tra FI e Ap ma non su quel candidato. Non c’è una ricaduta di carattere nazionale del dialogo in Sicilia. Non la vuole Berlusconi, e ha anche le sue ragioni. Non c’è un laboratorio politico di centrodestra da riportare in ambito nazionale, c’è un confronto in atto” sulla Sicilia.
Il candidato di questa area potrebbe, invece, essere Roberto Lagalla che è andato avanti da solo e si è lanciato e adesso potrebbe raccogliere confluenze non proprio inattese ma che sembravano ormai venute meno.
Roberto Lagalla interviene a sua volta “Leggo sulla stampa siciliana notizie relative ad una possibile e già definita alleanza tra DiventeràBellissima ed IdeaSicilia che, a questo punto, aderirebbe alla candidatura di Nello Musumeci alla presidenza della Regione Siciliana. La notizia non ha alcun fondamento – dichiara – se non l’invito, ricevuto qualche giorno fa da parte dello stesso Musumeci, a far parte della sua coalizione. Nel corso della mia recente conferenza stampa, per la presentazione della personale candidatura alla presidenza della Regione, che oggi confermo ancora una volta, ho sottolineato come, oltre alle diverse storie personali, non sia in atto tra noi alcuna intesa politica. La mia è e rimane una candidatura alternativa a quella di Musumeci, che va oltre superati modelli di governo e si pone in antitesi a Crocetta, con uno sguardo fermamente rivolto ad un’area di centro”.
Situazione in movimento, dunque. La quadra appare difficile visto che Musumeci di ritirarsi non sembra avere intenzione ed oggi Lagalla dice chiaramente che non c’è accordo proprio con Musumeci. Nessuno ha nulla da dire sulla persona, ma politicamente la partita non può essere giocata sul candidato che ha già perso nel 2012 e che non unisce ma divide. Ma anche questa è solo la valutazione di stasera. In politica, si sa, domani è un altro giorno
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