L’ex capo della squadra mobile di Roma Renato Cortese, attuale questore di Palermo, e l’allora responsabile dell’ufficio immigrazione Maurizio Improta sono stati rinviati a giudizio dal gip di Perugia per il presunto rapimento di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov che nel maggio 2013 subì una violenta espulsione dal territorio italiano in compagnia di sua figlia Alua, di 6 anni.
Stesso provvedimento per il giudice di pace Stefania Lavore e per quattro poliziotti coinvolti a eccezione di Laura Scipioni prosciolta “perché il fatto non costituisce reato”. Prosciolti anche i tre funzionari dell’ambasciata del Kazakistan per i quali è stata riconosciuta l’immunità diplomatica.
Gli indagati sono accusati a vario titolo di sequestro di persona e falso. L’inizio del processo
nei loro confronti è stato fissato il 24 settembre del 2019. Tutti hanno sempre sostenuto la correttezza del proprio comportamento.
L’inchiesta sull’espulsione dall’Italia di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Muktar Ablyazov, e della loro figlia Alua (avvenuta a Roma nel maggio del 2013) è approdata a Perugia per competenza in seguito al coinvolgimento del giudice di pace Lavore.
La donna e la figlia sono poi tornate in Italia e a Shalabayeva è stato riconosciuto l’asilo politico.
Cortese, dopo avere guidato lo Sco, è attualmente questore di Palermo. Improta guida invece la questura di Rimini.
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